recupero
recùpero (o ricùpero) s. m. [der. di recuperare]. – 1. L’azione, l’operazione di recuperare, il fatto di venire recuperato, soprattutto con riferimento a cose disperse, rubate, o di cui si temeva la scomparsa, la perdita, la distruzione: r. di un’automobile caduta in un canale; r. marittimi, e r. dei relitti di navi o di aeromobili; r. di una salma di un alpinista precipitato; film di r., prodotto utilizzando le scenografie e i costumi di un altro film; r. della refurtiva, del bottino, r. di un credito, di un oggetto lasciato in deposito; in senso più astratto: r. delle forze, delle energie; r. del tempo perduto; r. del ritardo, riferito a treni e altri mezzi di trasporto. Usi e sign. tecn. partic.: a. Nello sport, gara o partita di r. (e anche soltanto recupero), la prova supplementare che viene disputata, dopo una sconfitta o una eliminazione, al fine della riammissione in un torneo o in un campionato (v. anche repêchage), o la partita disputata dopo un rinvio determinato da cause di forza maggiore; r. del distacco (da parte di un corridore); r. del tempo perduto (nel calcio, minuti di r., o anche, assol., recupero, il tempo per il quale l’arbitro, secondo il suo potere discrezionale, fa continuare la gara dopo i 45 minuti del primo o del secondo periodo di gioco, per compensare il tempo perduto per incidenti o altre cause, come il gioco ostruzionistico di una squadra). Nello sport del nuoto, termine equivalente all’ingl. recovering, nel crawl americano o giapponese. b. Nell’ordinamento scolastico statale e presso istituti privati e legalmente riconosciuti, classi e corsi di r., per allievi in ritardo negli studî, o in una o più materie specifiche, per cause varie. c. In medicina e nella tecnica terapeutica e di assistenza sociale, r. di disabili, di persone con deficit psichici o con ritardo mentale, di individui disadattati, di emarginati, la loro rieducazione ai fini del reinserimento nella vita sociale. d. Nella tecnica, in un ciclo produttivo, vengono detti di recupero quei materiali che hanno possibilità di essere convenientemente riutilizzati, quali i rottami ferrosi nell’industria degli acciai, i cascami nelle industrie tessili, gli sfridi di lavorazione in quelle meccaniche. È detta r. di energia la riutilizzazione di energia di vario tipo avente lo scopo di aumentare il rendimento di macchine e impianti; r. termico, consistente nell’utilizzare attraverso appositi apparecchi (economizzatori, preriscaldatori, recuperatori) quantità di calore che negli impianti a combustione e nei forni andrebbero altrimenti perdute; r. di energia elettrica, attuato nella frenatura a ricupero, con la quale l’energia meccanica posseduta da un sistema azionato da un motore elettrico a corrente continua può essere trasformata in energia elettrica facendo funzionare il motore da dinamo e inviando energia nella rete di alimentazione. e. In urbanistica, azione intesa a ripristinare, ricostruendoli o riattandoli, edifici e spazî architettonici di rilevante interesse storico-ambientale: r. di caseggiati, di quartieri antichi. In partic., piano di recupero, insieme di norme (introdotte nella legislazione italiana nel 1978) che affidano ai comuni l’individuazione, nell’ambito del piano regolatore generale, delle zone in cui, per le condizioni di degrado, si rendano opportune la conservazione, la ricostruzione o la migliore utilizzazione del patrimonio edilizio e urbanistico esistente. f. In linguistica e nella critica letteraria, ripresa, riassunzione nell’uso di parole o espressioni antiquate o comunque non più usate da tempo: r. di termini arcaici; i r. dannunziani. 2. Con valore concr., oggetto o complesso di oggetti recuperato, e in partic. il galleggiante o l’aeromobile, o le parti di essi, recuperati: trasportare il r. alla base.