redenzione
redenzióne s. f. [dal lat. redemptio -onis, der. di redimĕre «riscattare», part. pass. redemptus]. – 1. a. L’azione di redimere, il fatto di redimersi o di venire redento. Letter. o elevato in usi generali, come lottare per la r. di un popolo oppresso, delle classi diseredate e sfruttate; r. dal vizio, dal disonore, e essere sulla via della r.; una r. improvvisa, insperata. Nella storia delle religioni il concetto di redenzione è ampiamente diffuso e si concreta in varî atti rituali: implica sempre l’idea di liberazione da uno stato di impurità, di inferiorità, di sofferenza; più propriamente essa è tema centrale nelle religioni di salvezza (o soteriologiche), come le religioni misteriche, molte religioni dell’India, l’ebraismo e il cristianesimo. Nel cristianesimo è opera compiuta da Cristo a favore dell’umanità per liberarla dal peccato di Adamo e riconciliarla con Dio; suo fine non è solo però il riscatto dal peccato e dalla morte, ma la positiva elevazione e santificazione dell’anima, vera partecipe del corpo mistico di Cristo. b. letter. Salvezza, rimedio, scampo (per lo più in frasi negative): quasi senza alcuna r., tutti morivano (Boccaccio); non c’era r., bisognava rimanere, infornare, sfornare e vendere (Manzoni). 2. ant. Ammortamento, estinzione: r. del debito pubblico (v., per l’uso nel linguaggio finanz. attuale, redimibile).