redistributivo
agg. Finalizzato a distribuire di nuovo o in modo diverso. ◆ [Vincenzo] Visco punta a una riduzione dell’imposta per le imprese, l’Ires, «alla tedesca», cioè tagliando l’aliquota dal 33% al 28% attraverso l’ampliamento della base imponibile e a una forfetizzazione delle imprese che hanno un fatturato inferiore a 30mila euro all’anno. Il terzo e quarto pilastro sono «redistributivi», bisognerà cioè trovare le risorse per introdurre misure per le famiglie e i meno abbienti e per le abitazioni. (Tonia Mastrobuoni, Riformista, 22 settembre 2007, p. 1, Prima pagina) • Il processo di marcata iniquità redistributiva e di bassi salari […] è in una relazione diretta con l’indebolimento radicale dell’esercizio da parte dei lavoratori e delle lavoratrici della contrattazione collettiva solidale, cioè della messa in campo di un punto di vista autonomo del loro interesse. Questo indebolimento è stato perseguito consapevolmente con i processi strutturali che si sono venuti costruendo ed affermando, dalle forme del dominio sul lavoro sino alla finanziarizzazione dell’economia. (Tiziano Rinaldini, Liberazione, 13 gennaio 2008, p. 1, Prima pagina).
Derivato dall’agg. distributivo con l’aggiunta del prefisso re-.
Già attestato nella Repubblica del 19 settembre 1984, p. 11, Politica estera (Franco Papitto).