refrattario
refrattàrio agg. [dal lat. refractarius «caparbio, ostinato», der. di refragari «opporsi»]. – 1. a. Insensibile, resistente a determinati sentimenti o comportamenti: essere r. alla pietà, all’amore, e in usi scherz. o ironici al matrimonio, al lavoro; il prefetto ... era un vecchio nobile ... rotto a tutti i possibili regimi, r. a qualunque moto di entusiasmo (C. Levi). b. ant. Che non si sottomette a un’autorità, a una legge, che non intende ottemperare a doveri e obblighi: divenuti tal volta refrattarij a’ comandamenti de’ capi (V. Siri); essere r. alla leva militare. 2. a. In medicina, resistente nei confronti di determinate malattie, per refrattarietà congenita, o acquisita, o di specie. b. In fisiologia, periodo r. di un tessuto o di un organo eccitabile (muscolo, miocardio, nervo), l’intervallo di tempo tra due stimoli necessario perché anche il secondo stimolo evochi una risposta, corrispondente alla fase di restauro dei processi metabolici locali. 3. In tecnologia, materiali r., o assol. come s. m. refrattarî, quei materiali non metallici che resistono senza alterazioni notevoli alle alte temperature (almeno superiori a 1500 °C), caratterizzati da ridotta variabilità di volume (per assicurare la stabilità delle costruzioni e dei rivestimenti), buona resistenza alle sollecitazioni meccaniche (specialmente ad alte temperature), porosità minima, resistenza all’azione di sostanze fuse. Sono classificati in r. acidi e basici a seconda della capacità di resistere all’azione di sostanze fuse, rispettivamente, acide o basiche, o, a seconda della composizione chimica, in r. alluminosi, silicei, silico-alluminosi, magnesiaci, forsteritici, a base di carbonio, zirconio, ecc., e vengono usati per la fabbricazione di mattoni e derivati, di crogioli per industrie chimiche e metallurgiche, storte per distillazione, rivestimenti conduttori per forni elettrici, forni da cemento, da calce, da vetro, forni per metallurgia, canali di colate metalliche, cubilotti, muffole, ecc. In partic.: a. Fibre r., ottenute con varî metodi da materiali refrattarî di tipo silico-alluminoso, siliceo, grafitico, molto sottili (pochi micron di diametro), usate per preparare feltri o tessuti capaci di resistere alle alte temperature, per rivestimenti protettivi, come materiali di rinforzo, per es., di materie plastiche. b. Rivestimenti r., termine usato spesso per indicare rivestimenti metallici resistenti ad alta temperatura, ma esteso anche a materiali di tipo ceramico a base di ossidi, di carburi, di azoturi, applicati con tecniche diverse su supporti metallici, in strati piuttosto sottili, quando si debbano fabbricare manufatti di forma più o meno complessa, meccanicamente resistenti, destinati a essere esposti ad alte temperature, e non siano adatti a essere totalmente costruiti in materiali ceramici (trovano largo impiego in missilistica e in elettronica). 4. Come s. m., materiale, prodotto refrattario: r. non formati, prodotti refrattarî in polvere messi in opera sul posto per preparare malte refrattarie, pigiate per piani di forni; r. fusi, ottenuti con materiale refrattario fuso e colato in stampi, e impiegati spec. nel rivestimento di forni per vetro e di forni metallurgici per la trafilatura dei metalli; r. leggeri, caratterizzati da elevata porosità, utilizzati per ridurre il peso e le dispersioni termiche di particolari murature.