relativismo
s. m. [der. di relativo]. – Teoria o concezione filosofica o scientifica fondata sul riconoscimento del valore soltanto relativo, e non assoluto, della conoscenza della realtà, o sul carattere relativo (v. relatività) di determinati fenomeni, enti e grandezze: r. filosofico soggettivistico (il r. di Protagora, ecc.), per cui il reale non può essere conosciuto nella sua assolutezza in quanto la conoscenza è condizionata e modificata dal soggetto, cioè dalla coscienza, che opera la sintesi conoscitiva dell’oggetto; r. filosofico oggettivistico (il r. positivistico, ecc.), per cui ogni conoscenza è limitata alle relazioni dei fenomeni tra loro, e non può mai estendersi alla realtà assoluta e unitaria che sta a fondamento di quel complesso di relazioni; r. scientifico, fondato sul principio o sulla teoria della relatività (il r. di Galilei, di Newton, e il r. di Einstein, in fisica); r. etico, che sostiene l’impossibilità teoretica di ridurre a unità sia i molteplici valori etico-culturali riscontrabili etnograficamente, sia i diversi e contrastanti principî etici emergenti nelle società pluralistiche contemporanee; r. culturale, concezione sostenuta dall’antropologo statunitense Melville J. Herskovits (1895-1963), secondo la quale i valori e le istituzioni di ogni singola cultura si impongono e si giustificano per sé stessi: non devono quindi essere giudicati sulla base di criterî appartenenti ad altre culture (atteggiamento questo ritenuto caratteristico dell’etnocentrismo).