relatore
relatóre s. m. (f. -trice) [dal lat. relator -oris, der. di referre «riferire», part. pass. relatus]. – Chi riferisce fatti o discorsi: a pazzo r., savio ascoltatore, prov. tosc. Più partic. e più comunem., chi per ufficio abituale o per incarico speciale riferisce, a voce o per scritto, a un superiore o a un organo competente a deliberare, intorno a fatti, progetti, proposte, ecc.: la commissione ha nominato il relatore. Nell’uso universitario, si dice dei professori (un r. e uno o più correlatori) che riferiscono ai colleghi della commissione di laurea sulla tesi presentata da un candidato laureando e conducono con questo la discussione. Nell’uso parlamentare, relatore o, con funzione attributiva, deputato r., senatore r., quello che, in assemblea o in commissione, riferisce su un disegno o una proposta di legge o su una determinata questione sulla quale l’assemblea o la commissione debbono deliberare (talvolta distinguendosi un r. di maggioranza e un r. di minoranza). Nel linguaggio giur., giudice r., in tutti i giudizî civili davanti al tribunale e nei giudizî penali davanti al tribunale in grado di appello, il giudice che fa in udienza la relazione della causa, esponendo i fatti e le questioni nei giudizî civili, e i fatti che hanno determinato il procedimento e lo svolgimento di questo nei giudizî penali; consigliere r., il consigliere che nei giudizî civili, penali e amministrativi, redige durante l’udienza la relazione della causa.