reliquia
relìquia s. f. [dal lat. reliquiae -arum «avanzi, resti», anche di un morto (der. di relĭquus «restante», affine a relinquĕre «lasciare»)]. – 1. letter. Ciò che rimane di qualche cosa (più spesso al pl.): l’uomo e le sue tombe E l’estreme sembianze e le reliquie Della terra e del ciel traveste il tempo (Foscolo); di quella necropoli etrusca non restano che scarse reliquie. In partic., i resti di persona morta: [alcuno] Udrà del tuo cantore Le commosse reliquie Sotto la terra argute sibilar (Parini); se pia la terra ... sacre le r. renda Dall’insultar de’ nembi (Foscolo). 2. In senso religioso, resti corporali, oggetti d’uso, prodotti o tracce di personaggi d’importanza religiosa, o attribuiti a essi, custoditi in luoghi sacri e venerati nel culto; in partic., nella tradizione cristiana, i resti mortali del corpo (o il sangue custodito in ampolle) dei martiri della fede, gli strumenti del loro martirio e quelli della passione di Gesù, o il corpo di un santo: ricognizione delle r., esperita dall’autorità ecclesiastica per stabilirne la genuinità (autenticazione delle r.; e autentica delle r., il documento dell’autorità ecclesiastica che ne comprova l’autenticità); il culto delle r.; un’urna contenente una r. o le r. del santo patrono. In usi fig., qualsiasi oggetto che si conserva e si venera come sacro ricordo: questa lettera è una preziosa r. di Giuseppe Mazzini; e, con enfasi: conserva quella ciocca di capelli come una sacra reliquia. 3. In biologia, un raggruppamento, una fauna o una flora, che ricordano condizioni climatiche, topografiche ed ecologiche, comunque superate della regione in cui si trovano.