relitto
agg. e s. m. [dal lat. relictus, part. pass. di relinquĕre «lasciare», e nel passivo «rimanere»]. – 1. agg. Che rimane e sopravvive, in forme isolate o comunque limitate, da situazioni e condizioni precedenti più ampie e generali. È usato soltanto in alcune espressioni del linguaggio scientifico: a. In geografia fisica, braccio di mare r., bacino lacustre o lago r., abbandonato o isolato per effetto di spostamenti verticali della crosta terrestre (per es., il Mar Caspio). b. In biologia, specie relitte, elementi di faune e flore in passato ampiamente distribuite e attualmente limitate a zone o ambienti ristretti, e il cui areale può risultare perciò frammentario; sono particolarmente interessanti come testimonianze viventi di antiche situazioni ecologiche o paleogeografiche. Le specie relitte possono aver subìto modificazioni adattative per sopravvivere in ambienti di rifugio, come grotte, acque sotterranee (relitti adattativi), oppure aver conservato i loro caratteri in ambienti rifugio che presentano le stesse caratteristiche dell’areale originario della specie (relitti conservativi), come per es. il camoscio, un tipico relitto glaciale alpino. Il termine è talora usato anche come sinon. di fossile vivente. 2. s. m. a. Piccolo tratto di terreno residuato per lo più dalla suddivisione di una zona in appezzamenti: fra le due proprietà c’è un r. triangolare, praticamente inutilizzabile. b. Nel linguaggio marin. e nel diritto della navigazione, galleggiante o aeromobile, o parte di essi e del loro carico, abbandonati alla deriva, incagliati o sommersi in specchi d’acqua, o gettati sulla costa in seguito a naufragio o ad altre cause: avvistare un r., il r. di una nave o di un aereo; segnalare con una boa un r. pericoloso per la navigazione; aggrapparsi a un r.; ricupero e ritrovamento di r., disciplinati dal codice della navigazione. c. In petrologia, granulo, cristallo o frammento, incluso in una roccia metamorfosata, che ne faccia riconoscere la facies originaria. In geomorfologia, qualsiasi forma di paesaggio che testimoni condizioni un tempo diverse da quelle attuali. d. In linguistica, voce (r. lessicale) o forma (r. morfologico, sintattico) isolata di una lingua scomparsa che continua a sopravvivere, più o meno adattata, nella lingua che si è sovrapposta a quella scomparsa. e. fig. Persona che ha perduto la sua funzione e dignità sociale, che vive emarginata e isolata: quel disgraziato è un r. della società, o è proprio un r., un r. umano; dopo la morte del figlio è diventata un relitto.