rendita
rèndita s. f. [der. di rendere, come forma participiale coniata per analogia con vendita]. – 1. a. Entrata continuativa senza costo, o almeno senza costo contemporaneo, e in particolare reddito di capitale, frutto di risparmio in qualsiasi modo investito: vivere di r.; godere della r. di un fabbricato, della r. di obbligazioni e di azioni. b. ant. Entrata dello stato, tributaria o patrimoniale. 2. Usi e sign. scient. e tecnici: a. Nella finanza pubblica, il reddito di un titolo di debito pubblico irredimibile, in genere rapportato al suo valore nominale, il titolo stesso (cartella di r., se al portatore, certificato di r., se nominativo), e anche il complesso del prestito irredimibile acceso dallo stato e iscritto nel Gran libro del debito pubblico, in quanto lo stato si è impegnato soltanto a corrisponderne in perpetuo l’interesse e non a rimborsarne il capitale. b. In diritto, contratto di r., contratto per cui una persona si obbliga a corrispondere periodicamente a un’altra una somma o cose fungibili, quale corrispettivo dell’alienazione di un bene immobile o della cessione di un capitale: r. perpetua, se dovuta senza limiti di tempo, r. vitalizia, se dovuta per la durata della vita del beneficiario o di altra persona. c. Versamento e corrispondente entrata periodica di somme derivanti da contratti di assicurazione o di rendita vitalizia. d. In matematica finanziaria, successione di somme corrisposte, in base a contratti e a convenzioni particolari, a scadenze determinate: r. annua, semestrale, trimestrale, ecc., secondo gli intervalli delle rate (periodo della r.); r. costante e r. variabile, a seconda che le rate siano di valore uguale o variabile. e. In finanza, r. locativa, il vantaggio di occupare uno stabile a titolo gratuito o mediante pagamento di un canone di affitto inferiore al valore locativo accertato; r. catastale, il reddito imponibile accertato in base al catasto sia dei terreni, sia dei fabbricati. f. In contabilità, r. ventura, il frutto percepito anticipatamente e non ancora maturato, e quindi la posta di correzione dell’attivo di un bilancio che si propone di imputare a ogni periodo di gestione i frutti che si maturano durante il suo corso. g. Nel linguaggio econ., il prezzo dell’uso della terra e quindi la parte del prodotto che spetta al proprietario della terra (sia che la coltivi direttamente, sia che l’affitti) a compenso delle qualità naturali e indistruttibili del suolo (in questo senso il termine equivale a reddito dominicale: v. reddito, n. 2 a). Con sign. più specifico, guadagno differenziale, differenza o maggiore differenza, tra prezzo e costo di cui godono i proprietarî dei terreni più fertili o più vicini al mercato di sbocco e, con riferimento al prodotto dei primi investimenti, coloro che ricorrono a investire più capitale e più lavoro nelle loro terre per aumentarne la produzione. In questo secondo sign. si dovrebbe più propriam. parlare di r. differenziale o r. ricardiana, e in tal senso si può dire che di rendita godano tutti i proprietarî di fattori produttivi irriproducibili o difficilmente riproducibili in certe condizioni di mercato; per analogia con la r. fondiaria, si parla perciò di r. edilizia o di posizione, di r. mineraria, di r. idraulica e anche di r. di monopolio e di r. industriale (nel senso di extraprofitto); con ulteriore generalizzazione si parla anche di r. del produttore, del venditore, del risparmiatore, del compratore, del consumatore, ecc., nel senso di vantaggio, effettivo o ipotetico, per i singoli operatori economici, derivante dal mercato. Quasi rendita, rendita temporanea, come differenza tra prezzo e costo, goduta in breve periodo da chi offre un mezzo di produzione la cui offerta non possa rapidamente adeguarsi alla richiesta.