reparto
s. m. [variante di riparto (der. di ripartire1)]. – 1. Ripartizione; in questa accezione è ant. o molto più raro rispetto a riparto, fuorché nell’espressione dell’uso giur. e amministrativo piano di riparto, il piano di distribuzione della somma ricavata da un’espropriazione forzata, con la determinazione delle somme spettanti a ognuno degli aventi diritto (com. nell’uso attuale, la variante piano di reparto). 2. Suddivisione di un complesso industriale, di una ditta, di un organismo amministrativo: il direttore del r. vendite; il r. pubblicità si trova al primo piano; il pubblico affollava il r. giocattoli del grande magazzino; il r. chirurgico dell’ospedale; il capo o la capo reparto, grafie rare per (il o la) caporeparto. 3. a. Nel linguaggio milit., ogni unità organica, costitutiva di un’altra unità di ordine superiore: così la squadra è un reparto del plotone, quest’ultimo della compagnia, ecc.: comandare un r.; presentarsi, ritornare al r.; r. speciali, e r. arditi, r. d’assalto, r. di sbarco; con uso e sign. più generico, qualsiasi contingente di forze armate: un r. di carabinieri ha fatto irruzione nel covo dei banditi. In marina, ognuno dei gruppi (generalmente nove sulle navi armate) in cui è diviso, secondo i servizî da assolvere, l’equipaggio di una nave; ognuna delle sottounità nella quale può essere suddivisa una forza navale: r. esplorativo, ecc. Nell’aeronautica militare italiana, unità di impiego dotata di velivoli o di missili (squadriglia, gruppo, stormo, aerobrigata, in ordine crescente di grandezza): il reparto fondamentale è il gruppo (due o più squadriglie), mentre il reparto organico completo è normalmente lo stormo, formato da due o più gruppi. b. Negli sport a squadre, l’insieme dei giocatori che hanno compiti analoghi, con analogo schieramento: r. di attacco, di difesa o difensivo. 4. In alpicoltura, r. o tramuto, ciascuna delle tre zone in cui viene diviso il pascolo su una montagna, precisamente r. basso, medio e alto: nel primo il bestiame viene trattenuto per circa 20 giorni, poi, per altri 20 giorni nel medio e per 30 nell’alto, dal quale viene fatto di nuovo discendere nel medio e nel basso; nei prati di questi è infatti ricresciuta nel frattempo l’erba, sì che il bestiame può trattenervisi in totale per altri 20 giorni.