replicare
v. tr. [dal lat. replicare, propr. «ripiegare» (der. di plicare «piegare»); il sign. «replicare» è del lat. dei giuristi: cfr., per il passaggio semantico, ritorcere] (io rèplico, tu rèplichi, ecc.). – 1. Fare di nuovo, ripetere: r. un’operazione, un’esperienza scientifica, una cura; non ebbe il coraggio di r. la sua richiesta. In partic., di parole, discorsi, ecc., dirli, farli di nuovo: or tre e quattro e sei volte replicando una medesima parola (Boccaccio); prima della partenza, replicò le sue raccomandazioni; di opere d’arte, farne una replica (v. replica, n. 2): r. un quadro, una statua. In biologia, raddoppiare (nel sign. indicato per replicazione, n. 2). 2. a. Rappresentare una seconda o un’ulteriore volta un’opera teatrale, cinematografica o televisiva, o un altro spettacolo: la nuova commedia fu replicata per parecchie sere di seguito; il dramma fu replicato una sola volta; con l’ellissi del soggetto: stasera si replica. b. non com. Degli orologi, battere di nuovo le ore: senti lontano un orologio r. le quattro. 3. Rispondere a voce o per scritto: «Ci vedremo presto», replicò l’amico; alla sua ultima lettera non avevo nulla da replicare; replicai di non sapere (o che non sapevo) molto della faccenda. Più com., rispondere contraddicendo o obiettando: io non voglio r., a quello che voi avete detto, alcuna cosa (Machiavelli); di fronte a questo ragionamento non ho nulla da r.; vorrei r. che ...; assol.: obbedì senza r. (anche senza replicar parola); non c’è nulla da replicare. Con pronuncia piana nel verso: Or qui t’ammira in ciò ch’io ti replìco (Dante), che io affermo contrariamente a quanto ho affermato innanzi. 4. letter., raro. Richiamarsi, rifarsi a spiegare: mi pare da r. da più alto luogo la loro [dei Visconti di Milano] condizione (Machiavelli). ◆ Part. pres. replicante, anche come agg. e sost. (v. la voce). ◆ Part. pass. replicato, anche come agg. (v. la voce).