respiro
s. m. [der. di respirare]. – 1. a. Il respirare, l’alternarsi dei movimenti respiratorî: si udiva nella stanza il r. dell’ammalato; trattenere il r.; avere il r. frequente, corto, affannoso (per una corsa o per improvvisa emozione, o per stati patologici); il suo r. divenne di nuovo calmo e regolare; si fermò un istante per riprendere, ripigliare r. (più comunem. fiato). Spesso iperb. e con enfasi: in questa stanza chiusa mi manca il r.; in mezzo a tutta quella folla si sentì mancare il r.; un’afa, un’aria umida, un puzzo che toglie, leva, mozza il r. (in tutti questi casi anche, e più pop., il fiato). b. Ogni singolo atto della respirazione: fare, emettere un r.; allargò i polmoni in un profondo r.; breve, lungo, largo r.; ha dato, esalato, mandato l’ultimo r., è morto; lottare, combattere, resistere fino all’ultimo r., fino alla morte. c. fig. Sollievo, liberazione, tregua o sosta, pace, liberazione da fatiche, impegni affannosi, preoccupazioni: a quella notizia mandò un gran r. di soddisfazione, o anche, soltanto, un gran r.; le preoccupazioni non gli lasciano un minuto di r.; l’attività di questo ufficio non dà r.; lavorare senza r.; quest’estate voglio prendermi una settimana di r.; dilazione, più spesso in riferimento al lavoro o a pagamenti: farò quel che mi chiedi, ma lasciami qualche giorno di r., un po’ di r.; i creditori non gli danno r.; r. di cassa, termine, variabile dai 15 ai 30 giorni a seconda degli usi locali, lasciato al compratore per il pagamento nelle vendite a contanti; pagamento a r., non contemporaneo alla consegna ma a scadenza dilazionata e in genere diluito in più rate a scadenze successive. Con altra immagine, nell’espressione largo o ampio r., per indicare in letteratura, in arte, in musica, ecc., larghezza di vedute, vastità di concezione, forza di afflato lirico: ha messo mano a un’opera di largo r., di più ampio r.; una lirica, un dipinto murale, una composizione sinfonica di largo respiro. 2. In musica, sinon. poco frequente di pausa di breve durata. 3. In fonderia, foro (detto anche montante), praticato nella parte superiore della forma allo scopo di mettere in comunicazione la parte più alta del getto con l’esterno, per consentire la libera evacuazione dell’aria e, soprattutto, per alimentare con metallo fuso il pezzo che, solidificandosi, si ritira: in tal modo si evita la formazione di cavità. ◆ Accr., fam., respiróne, respiro lungo e profondo, in senso proprio e più spesso fig., come segno di sollievo e di soddisfazione: quando ci dissero che se n’era andato, tutti facemmo un respirone di sollievo; metteva certi respironi larghi e pieni (Manzoni).