revisionario
agg. In filosofia, che si propone di rivedere, riconsiderare una teoria. ◆ Da non dimenticare che sullo sfondo la vera metafisica teutonica non dava bella mostra di sé, avvitata su se stessa e sui destini amari della propria storia. [Peter] Strawson puntualizza. Anzitutto distinguendo due progetti metafisici molto diversi tra loro, il progetto descrittivo e quello (si perdoni il neologismo) revisionario. I metafisici descrittivi come Kant cercano di mostrare l’ossatura del nostro pensiero riguardo al mondo; quelli revisionari come Berkeley (e Quine) cercano di sostituirvi una struttura più consona a principi metateorici di varia natura, una revisione: il tavolo è un vortice di sensazioni; no, di eventi; no, il tavolo è una salsiccia a quattro dimensioni; no, è un nodo di pratiche linguistiche, e non esiste al di fuori del linguaggio; e via dicendo. Strawson dichiara spiccate simpatie per il progetto descrittivo. (Roberto Casati, Sole 24 Ore, 19 febbraio 2006, p. 36, Scienza e Filosofia).
Derivato dal s. f. revisione con l’aggiunta del suffisso -ario.