riandare
v. intr. e tr. [comp. di ri- e andare1] (coniug. come andare quando è intr., e con l’aus. essere; come trans., nell’uso segue l’ordinaria flessione regolare, ma le forme con l’accento sul radicale [io rïando, ecc.] sono rare; imper. rivà o rivài o rivà’, ecc.). – 1. intr. Andare di nuovo: aspettami qui, devo r. un momento in ufficio; prima che io rivada a Roma passerà molto tempo; andare via, tornare indietro: non voglio riandarmene senza avergli parlato; fig., riandava spesso col pensiero agli anni della sua fanciullezza. 2. tr., letter. Ripercorrere: Che fai tu, luna in ciel? ... Ancor non sei tu paga Di r. i sempiterni calli? (Leopardi). Più com., fig., ripercorrere con la memoria: r. il passato, la vita trascorsa; riandava tra sé le impressioni di quella giornata così tumultuosa.