ribelle
ribèlle (ant. rebèlle, rebèllo, ribèllo, rubèllo) agg. [dal lat. rebellis, der. di rebellare: v. ribellare]. – 1. Che si ribella insorgendo armato contro l’autorità: il Barbarossa mosse contro i Lombardi r.; le città, i paesi, le popolazioni ribelli. Spesso sostantivato (in passato, anche per indicare chi era dichiarato reo di ribellione e come tale messo in bando): i r. si rifugiarono nelle montagne; una lunga guerriglia sostenuta dai r.; [i principi tedeschi] dichiararono Svembaldo per rebello e per inimico del sacro Imperio (P. F. Giambullari). 2. a. estens. Che rifiuta obbedienza, sottomissione: gli angeli r. (a Dio); angeli che non furon ribelli Né fur fedeli a Dio (Dante); Ma ’l bel Iulio ch’a noi stato è ribello (Poliziano); Turno ... vede ... i Latini ... da lui farsi rubelli (Caro). Più genericam., che si mostra impaziente a costrizioni o imposizioni esterne, indocile: è un temperamento, un carattere r.; un bambino r.; è r. a qualsiasi consiglio e suggerimento; assol., e sostantivato: è un r., una ribelle. b. fig. Che oppone forte resistenza, che non si lascia vincere, in espressioni come malattia r., nevralgie, emicranie r. (specificando: alle cure, ai rimedî). 3. ant. Ostile, nemico: Io feci il padre e ’l figlio in sé ribelli (Dante).