ribollire
v. intr. [comp. di ri- e bollire] (coniug. come bollire; aus. avere). – 1. a. Bollire di nuovo: se alzi la fiamma, il brodo ribollirà presto; in alcuni usi, anche con valore trans.: le lenticchie sono ancora un po’ dure, occorre ribollirle. b. Spesso senza l’idea di ripetizione, col sign. di fermentare, o in quello di far le bolle, agitarsi in superficie: Dal ribollir de’ tini Va l’aspro odor de i vini L’anime a rallegrar (Carducci); la terra umida ribolle per il gran caldo; fanghi termali che ribollono borbottando. 2. fig. Di pensieri, sentimenti, passioni (o anche, con sign. più vicino al proprio, del sangue), agitarsi, accendersi: gli ribollivano in testa mille propositi contrastanti; ribolle, D’Oreste al nome, entro ogni vena il mio [sangue] (Alfieri); riferito anche, come soggetto, alla persona che prova tali sentimenti: si sentiva r. d’ira, di sdegno, di collera; ella ribolliva confusamente d’indignazione verso il dottore (Quarantotti Gambini). Nell’uso tosc. (con valore iterativo): mi ribollono ancora le sue vigliacche insinuazioni, mi tornano in mente eccitando il mio sdegno; ma che gli ribolle ora?; senti che cosa mai gli ribolle!, di chi manifesta crucci improvvisi o rancori che si credevano sopiti. ◆ Part. pres. ribollènte, anche come agg.: onde ribollenti. ◆ Part. pass. ribollito, anche come agg., con valore passivo: minestra ribollita (v. ribollita); come agg. sostantivato, nella locuz. sapere di ribollito, di cibi che, fatti bollire una seconda volta, hanno preso un cattivo sapore; anche fig., di idee o costumanze vecchie e superate.