ricaduta
s. f. [der. di ricadere]. – Il fatto di ricadere, di essere ricaduto. Raro in senso proprio, più com. in senso morale (una r. nel vizio, nel peccato, e analogam. nell’abuso dell’alcol e sim.), è specifico in medicina per indicare la riacutizzazione o la reinsorgenza di un processo morboso apparentemente superato o in via di esaurimento: il malato ha fatto (o ha avuto) un’altra r.; si teme una r.; c’è sempre la possibilità di una r.; una r. potrebbe essergli fatale; e in fisica, nell’espressione r. radioattiva, per cui v. fall out. ◆ Prob. a un calco di questa espressione ingl. (che ha anche un uso fig.) è dovuto l’uso estens. del termine per significare un insieme di conseguenze, l’effetto indiretto di un avvenimento o di una serie di fatti, di una scoperta o invenzione, per cui si parla spesso di r. tecnologiche, di r. economiche, cioè di effetti sulla tecnologia, sull’economia di un paese, di r. nel settore sindacale, r. nel campo dell’intelligenza artificiale, di r. pratiche o in campo pratico, ecc.