ricattare
v. tr. [lat. *recaptare, comp. di re- e captare «prendere, afferrare»; cfr. accattare, riscattare]. – 1. ant. Riscattare. Di qui, nell’uso tosc., riprendere, recuperare, rifarsi di danni o perdite: l’affare gli è andato male, e non ricatterà neanche le spese; con queste annate così triste che da un pezzo non si ricatta più nemmeno il grano per seminare (G. Salvadori); nel rifl., vendicarsi, rendere il contraccambio di qualche offesa ricevuta: molti, ... per ricattarsi di qualche gran torto ... non s’eran sentiti altro impulso che di fargli dimostrazioni d’onore (Manzoni). 2. a. Estorcere a qualcuno del denaro, o vantaggi e profitti per sé o per altri, con la minaccia di mettere in atto qualcosa che possa arrecargli grave danno (in partic., minacciando di svelare qualche segreto compromettente): ricattava il collega d’ufficio con la minaccia di svelare le sue irregolarità amministrative; si era servito di quella lettera, caduta non si sa come nelle sue mani, per r. la povera donna. Spesso estens., più o meno scherz., chiedere qualche cosa a qualcuno ponendo condizioni che lo mettono nell’impossibilità di rifiutare. b. Nel codice penale italiano abrogato, sequestrare una persona a scopo di rapina o di estorsione.