metrica
mètrica s. f. [femm. sostantivato dell’agg. metrico; nel sign. 1, cfr. gr. μετρική (sottint. τέχνη «arte»)]. – 1. La tecnica della versificazione, cioè il complesso delle leggi che regolano la [...] lingue classiche, e basata sulla distinzione di durata delle sillabe; m. accentuativa, tipica delle lingue romanze, e basata sull’accento di parola; m. greca, m. latina, entrambe fondate sulla regolata alternanza di sillabe lunghe e sillabe brevi. 2 ...
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funzione
funzióne s. f. [dal lat. functio -onis, der. di fungi «adempiere»]. – 1. Attività svolta abitualmente o temporaneamente in vista di un determinato fine, per lo più considerata nel complesso [...] f. distintiva, quella svolta dal fonema o da altro elemento fonico in seno alla parola (per es., è distintiva la funzione dell’accento in pero e però; il timbro della e ha una funzione distintiva tra pésca e pèsca). Con sign. diverso, affine a quello ...
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metrico
mètrico agg. [dal lat. metrĭcus, gr. μετρικός, der. di μέτρον «misura; metro (del verso)»] (pl. m. -ci). – 1. a. In relazione a metro nel sign. di «misura», che concerne la misura, la misurazione: [...] classica; quindi, poesia m., quella basata sulla quantità delle sillabe, in contrapp. alla poesia sillabica o ritmica, fondata sull’accento e sul numero delle sillabe nel verso; analogam., prosa m., negli scrittori greci e latini, quella in cui la ...
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attributo
s. m. [dal lat. attributum, part. pass. neutro di attribuĕre «attribuire»]. – 1. a. Qualità o elemento che si riconosce come proprio ed essenziale di un oggetto: gli a. virili (s’intendono [...] Se sono di genere diverso e tutti singolari, l’attributo va al masch. plur. o concorda col sostantivo più vicino: con accento e pronuncia stranieri (o straniera). Prevale il plur. quando i sostantivi sono di numero diverso, e il genere è quello del ...
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decasillabo
decasìllabo agg. e s. m. [dal lat. tardo decasyllăbus, gr. δεκασύλλαβος, comp. di δέκα «dieci» e συλλαβή «sillaba»]. – Verso composto di dieci sillabe (o, più propriam., di dieci «posizioni [...] e Pascoli è reso con un quinario sdrucciolo più un quaternario piano); nella poesia italiana, verso di 10 sillabe con accenti ritmici normalmente sulla 3a, 6a e 9a, cioè a ritmo anapestico, noto soprattutto per gli esempî del Manzoni (Soffermàti sull ...
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schernevole
schernévole agg. [der. di schernire], letter. – Che contiene o esprime scherno: discorso s. o di tono s.; la vecchietta passò di colpo dall’accento dell’illuminata e della profetante a un [...] ridacchiare bizzarro e s. (Bacchelli). ◆ Avv. schernevolménte, con scherno o per scherno, in tono di scherno: prendersi schernevolmente gioco di qualcuno ...
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sicilico
sicìlico s. m. [dal lat. sicilĭcus o sicilĭquus, di etimologia oscura] (pl. -ci). – 1. Antica unità di peso romana equivalente a circa 6,85 grammi. 2. Segno diacritico, generalm. a forma di [...] accento circonflesso, che i lapicidi romani solevano collocare sopra le lettere per indicare che esse dovevano ritenersi raddoppiate, in uso spec. durante il tardo impero e nel medioevo. ...
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soprasegmentale
agg. [dall’ingl. suprasegmental, comp. del lat. supra «sopra» e ingl. segment «segmento»]. – Di elemento linguistico che si pone in rapporto con gli altri elementi della frase parlata [...] con uno o più di essi): sono tali la nasalità, la velarità, la sonorità, ecc., ma soprattutto, secondo alcuni, l’accento (intensivo e musicale), l’intonazione, la durata, il ritmo, ecc., cioè quei fatti linguistici che le nostre abitudini grafiche ci ...
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siculo
sìculo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Sicŭlus]. – 1. agg. Relativo o appartenente ai Siculi, antica popolazione già stanziata intorno al 1000 a. C. nella Sicilia, soprattutto orientale: la civiltà [...] sicule. Con riferimento a persona, come agg. e sost., e alle sue manifestazioni, ha per lo più tono scherz.: parla con accento tipicamente s.; proprio s. sei!, ha tutte le caratteristiche di una sicula. Come agg. invar., è la forma usuale per ...
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uscire
(ant. escire) v. intr. [lat. exīre, comp. di ex «fuori» e ire «andare», raccostato a uscio] (nella coniugazione, si ha il tema usc- quando l’accento cade sulla desinenza, èsc- quando cade sul [...] tema; quindi: indic. pres. èsco, èsci, èsce, usciamo, uscite, èscono; cong. pres. èsca ..., usciamo, usciate, èscano; imperat. èsci, uscite; regolari tutti gli altri tempi: uscivo, uscirò, uscìi, uscèndo, ...
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Linguistica
L’a. è il rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà a una sillaba maggior rilievo rispetto ad altre della stessa parola (a. di parola), della stessa frase (a. di frase o sintattico) o dello...
L’accento è uno dei tratti prosodici di una lingua (➔ prosodia) e può svolgere più funzioni: far risaltare una sillaba all’interno della parola (funzione culminativa) o indicare i confini di unità morfologiche o sintattico-prosodiche (funzione...