risuolare
(o risolare) v. tr. [der. di suola, col pref. ri-] (io risuòlo, ecc.; fuori d’accento, sono usate anche le forme senza dittongo, più com. in passato e nell’uso tosc.). – Riparare le calzature [...] mettendovi suole nuove: r., far r. un paio di scarpe, di stivali ...
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risuonare
(o risonare) v. intr. [dal lat. resonare, comp. di re- e sonare «suonare»] (io risuòno, ecc.; fuori d’accento, sia -uo- che -o-; aus. avere o essere). – 1. Suonare di nuovo: nel suo ufficio [...] il telefono suona e risuona tutto il giorno; ha risuonato il campanello: andate ad aprire; con uso trans.: r. il campanello; ha cominciato a r. il violino: speriamo che non smetta un’altra volta. 2. a. ...
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migliorismo
(o meliorismo) s. m. [dall’ingl. meliorism, der. dal lat. melior «migliore»]. – Nel linguaggio filos., concezione del mondo tesa a sottolineare gli aspetti positivi ed evolutivi insiti nella [...] realtà, ponendo quindi l’accento sulle possibilità di miglioramento e di trasformazione delle condizioni ambientali e sociali, sottolineando il ruolo dell’impegno e del rischio individuale. Nel linguaggio politico e giornalistico, il termine è stato ...
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capintesta
capintèsta s. m. e f. [dalla locuz. capo in testa], invar. – 1. Chi è a capo di un gruppo di persone o di un’impresa; è per lo più spreg., come caporione, ma può essere anche usato scherz. [...] o con accento polemico per indicare persone che esercitano in genere funzioni direttive: i c. della finanza, della politica, di un partito; il c. della fabbrica, dell’ufficio; anche femm.: una c., le capintesta. 2. Chi è al comando di una corsa o di ...
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mazzolare
v. tr. [der. di mazzuola] (io mazzuòlo o mazzòlo, ecc.; fuori d’accento, sono quasi esclusive le forme con -o-). – Colpire una persona con la mazzuola, fino a procurarne la morte. spec. come [...] antica forma di supplizio. Per estens., in passato, percuotere qualcuno con sacchetti di sabbia, in modo da non lasciargli segni sul corpo; e più genericam., percuotere duramente, bastonare. In senso fig., ...
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t, T
(ti, ant. o region. te 〈té〉) s. f. o m. – Diciannovesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva da quella del tau greco, identico nella maiuscola (che a sua volta è una modificazione [...] (es. la trota 〈la tħròtħa〉); pure a Firenze e nella sua provincia, ma solo in vernacolo, il t tra vocali dopo l’accento, in alcuni casi (participî in -ato, -uto, -ito, seconde persone plurali in -ate, -ete, -ite, sostantivi in -ata, e poche altre ...
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bolognesita
bolognesità s. f. inv. L’essere, il sentirsi bolognese, o profondamente affine ai cittadini bolognesi, alle loro tradizioni e ai loro costumi. ◆ Il Professore sa che sotto le Due Torri si [...] protagonista e tra i requisiti richiesti c’è proprio «la bolognesità». «Sto cercando un ragazzo sui diciotto anni con l’accento bolognese, o perlomeno emiliano - spiega [Pupi] Avati -. Non deve essere troppo bello e non mi interessa che sia un attore ...
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raddoppiamento
raddoppiaménto s. m. [der. di raddoppiare]. – 1. L’atto, il fatto, e l’effetto del raddoppiare, del raddoppiarsi: r. degli sforzi; r. della posta del gioco; in pochi anni si ha il r. del [...] unite (per es., soprattutto, allato). In italiano, il raddoppiamento sintattico è normale quando la prima parola ha l’accento, notato anche nella grafia, sulla vocale terminale (ciò fatto 〈čo ffàtto〉, già detto 〈ǧa ddétto〉, sentì suonare 〈sentì ...
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muovere
muòvere (pop. o letter. mòvere) v. tr. e intr. [lat. movēre, con mutamento di coniug.] (pass. rem. mòssi, movésti, ecc.; part. pass. mòsso; fuori d’accento le forme senza dittongo [moviamo, movéte, [...] movéssi, movèndo, ecc.] si alternano con le forme dittongate [muoviamo, ecc.], che oggi tendono a prevalere, contro la tradizionale norma del dittongo mobile). – 1. tr. a. Mettere in moto, o spostare da ...
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bossismo
s. m. La linea politica di Umberto Bossi, segretario federale della Lega Nord, e del suo movimento. ◆ Ci sono cose del bossismo che davvero non ci piacciono: la rivendicazione esclusiva di legittimità [...] per la famiglia naturale, con tendenze omofobiche, e un certo accento corrivo verso le paure sociali legate all’immigrazione clandestina. (Foglio, 15 maggio 2001, p. 3) • Quasi nessuno qualche giorno fa aveva dato troppo peso a Mario Borghezio quando ...
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Linguistica
L’a. è il rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà a una sillaba maggior rilievo rispetto ad altre della stessa parola (a. di parola), della stessa frase (a. di frase o sintattico) o dello...
L’accento è uno dei tratti prosodici di una lingua (➔ prosodia) e può svolgere più funzioni: far risaltare una sillaba all’interno della parola (funzione culminativa) o indicare i confini di unità morfologiche o sintattico-prosodiche (funzione...