sensibile
sensìbile agg. [dal lat. sensibĭlis, con sign. passivo e attivo (der. di sentire «percepire», part. pass. sensus); in alcuni sign., è influenzato dal fr. sensible]. – 1. Con valore passivo: [...] non sono s. (precisando: che non sono s. all’occhio umano); tra le due calligrafie c’è una s. differenza; il si commuove, s’intenerisce) per nulla; avere un cuore, un animo, un temperamento s., troppo sensibile. Più genericam., sul modello francese, ...
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mortale
agg. e s. m. [dal lat. mortalis, der. di mors mortis «morte»]. – 1. a. agg. Che è soggetto a morte: gli uomini sono m.; il corpo è m., l’anima è immortale; le spoglie m., il corpo, il cadavere; [...] che m. (Petrarca). Spesso con sign. più generico, proprio degli uomini, umano: le cose, le passioni, le gioie m.; Me ad evocar gli eroi chiamin le Muse Del m. pensiero animatrici (Foscolo); Lingua mortal non dice Quel ch’io sentiva in seno (Leopardi ...
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morte
mòrte s. f. [lat. mŏrs mŏrtis]. – 1. a. La cessazione delle funzioni vitali nell’uomo, negli animali e in ogni altro organismo vivente o elemento costitutivo di esso: è in lutto per la m. di un [...] la m. della lepre è in salmì. Con riguardo allo stato d’animo, alle disposizioni, ai sentimenti del morente: fare una m. serena, coraggiosa morte, che di solito si rappresenta in figura di scheletro umano con in mano la falce (in Toscana, morte secca ...
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perversita
perversità (ant. perversitate, perversitade) s. f. [dal lat. perversĭtas, -atis, der. di perversus «perverso»]. – 1. a. La condizione di esser perverso, la natura di chi è tendenzialmente [...] p. degli uomini; il diluvio universale è stato considerato un castigo divino contro la p. del genere umano; dare prova di p. d’animo. b. In senso concr., azione malvagia, comportamento perverso: sarebbe una p. tradire così un amico; commettere ogni ...
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parlare2
parlare2 v. intr. [lat. mediev. parabolare, *paraulare, der. di parabŏla (v. parola)] (aus. avere). – 1. a. Pronunciare suoni articolati, dire delle parole: il bambino comincia già a p., ha [...] per lo più, di solito, e sim.); umanamente parlando, da un punto di vista umano; p. al plurale, usando il «noi» te nell’articolo; nel «Fedone», Platone parla dell’immortalità dell’anima; il Machiavelli ne parla più volte nei «Discorsi»; il problema ...
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psicologia
psicologìa s. f. [dal lat. mod. psychologia, comp. del gr. ψυχή «anima» (v. psico-) e -λογία «-logia»]. – 1. Scienza che studia la psiche, che analizza i fenomeni e i processi psichici. A [...] del comportamento di alcune specie animali (ratto, scimpanzè, ecc.) raffrontato con quello umano. 2. Per estens., la capacità di comprendere e spiegare i sentimenti, gli stati d’animo, le reazioni e i comportamenti degli altri: devi usare un po’ più ...
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fanciullo
s. m. (f. -a) [da fancello, per sostituzione di suffisso]. – 1. L’essere umano nell’età della fanciullezza. È parola di uso ormai raro, limitata a un discorso di tono elevato o scherz.: un [...] un f., di uomo adulto che conservi l’ingenuità e la semplicità d’animo dei fanciulli; ha un’aria, una faccia, uno sguardo da f.; ancora mature, in via di sviluppo, di perfezionamento: l’umanità f.; nazione ancora f.; scienza fanciulla. ◆ Dim. ...
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abitudine
abitùdine s. f. [dal lat. habitudo -dĭnis, der. di habĭtus -us «abito»]. – 1. ant. Disposizione o costituzione naturale, struttura: a. del corpo, dell’animo; ogni corpo umano aver la sua particolare [...] a. (Bentivoglio). 2. a. Tendenza a ripetere determinati atti, a rinnovare determinate esperienze (per lo più acquisita con la ripetizione frequente dell’atto o dell’esperienza stessa): avere, prendere, ...
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capello
capéllo s. m. [lat. capĭllus] (pl. poet. e pop. tosc. capégli, poet. capéi). – 1. Ciascuno dei peli del capo umano: si differenziano dai peli comuni per l’elevatissimo numero e per lo sviluppo [...] minima offesa: lo fecero prigioniero ma non gli fu torto un c.; non sarebbe capace di torcere un c. a uno, di persona di animo e carattere mite. E come simbolo di grandezza minima o di cosa sottilissima: ci mancò un c. che l’auto non lo investisse (e ...
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preda
prèda s. f. [lat. praeda]. – 1. a. Ciò che si prende con un atto di violenza; per lo più in senso concr., l’insieme dei beni di cui ci si impadronisce durante rapine, saccheggi, azioni belliche [...] ’una cupa fiamma (Deledda). 2. a. Animale (o anche essere umano) catturato e ucciso per essere divorato da altri animali predatori: l’aquila ; con riferimento a sentimenti, passioni che occupano l’animo, che lo tengono soggetto: essere in p. alla ...
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animo
. Rispetto ad ‛ anima ' (v.), che denota principalmente lo spirito o principio vitale, l'essenza dell'uomo e, cristianamente, la parte soprannaturale che sopravvive eternamente al corpo ed è soggetto di premio o di pena, a., nel suo...
Filosofo francese della scienza (Bar-sur-Aube 1884 - Parigi 1962). La sua riflessione sulla scienza muove dall'inadeguatezza sia dell'idealismo sia dell'epistemologia positivistica dopo la rivoluzione nella fisica contemporanea. Contro la concezione...