siro
(o sìrio) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Syrus (e Syrius), gr. Σύρος (e Σύριος)]. – Dell’antica Siria; abitante della Siria antica: L’Arabo, il Parto, il Siro (Manzoni); al plur., i S., nome con [...] : frontiera siro-giordana; letteratura siro-palestinese, la letteratura dei cristiani palestinesi di lingua aramaica fedeli alla Chiesa di Bisanzio, redatta in aramaico palestinese cristiano e in scrittura siriaca, con testi che risalgono al sec. 7 ...
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feddan
feddàn s. m. [dall’arabo faddān, d’origine aramaica]. – Unità di misura agraria di superficie, di valore oscillante secondo i tempi e i luoghi, tuttora in uso in Egitto (dove equivale a circa [...] 4200 m2), Palestina, Siria, Mesopotamia ...
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nabateo
nabatèo agg. e s. m. (f. -a). – Appartenente all’antica popolazione dei Nabatei (lat. Nabataei, gr. Ναβαταῖοι), che, originariamente nomadi, si stabilirono a sud-est del Mar Morto, organizzandosi [...] nella viva roccia, con facciate che rappresentavano architetture di altari o di templi; scrittura n., di tipo aramaico occidentale (come pure aramaica era la lingua letteraria documentata nelle iscrizioni, non quella d’uso che era invece un arabo ...
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fellah
fellàh 〈-à〉 s. m. e f. [voce di origine aramaica (arabo fellāḥ 〈fellàaḥ〉, variante di traslitt. di fallāḥ)]. – Propr., lavoratore della terra; il termine è entrato nella letteratura europea del [...] sec. 19° per indicare particolarm. il contadino proletario dell’Egitto e della Palestina ...
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mandeo
mandèo agg. e s. m. (f. -a) [der. di un’espressione aramaica che significa propr. «gnosi della vita» ed è il nome della figura centrale della soteriologia mandea]. – Relativo o appartenente ai [...] Mandei, comunità religiosa vivente nella Mesopotamia merid. e nelle regioni limitrofe della Persia, che professa e pratica il mandeismo. Letteratura m., ricca produzione letteraria, di contenuto esclusivamente ...
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scriptio
〈skrìpzio〉 s. f., lat. [der. di scribĕre «scrivere»]. – Scrittura. Il termine è usato in linguistica e in paleografia in varie locuz.: s. continua, in manoscritti e in iscrizioni, scrittura [...] più recente, sovrapposta all’altra. Inoltre, s. plena, scrittura (quella ebraica, e, per estens., altre di origine aramaica a base consonantica) nella quale le vocali lunghe (ed eccezionalmente le vocali brevi) sono indicate mediante lettere, dette ...
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vocalizzazione
vocaliżżazióne s. f. [der. di vocalizzare]. – Il fatto di vocalizzare e di vocalizzarsi o di venire vocalizzato, e il modo con cui si attua e risulta. In partic.: 1. a. In fonetica storica, [...] . c. Notazione dei segni vocalici in un contesto consonantico redatto in una di quelle scritture, soprattutto semitiche (punica, aramaica, ecc.), che di regola non rappresentano se non le consonanti. 2. In musica, lo stesso che vocalizzo, soprattutto ...
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estranghelo
estrànghelo s. m. [dal gr. στρογγύλος «rotondo», attraverso il siriaco]. – Nome della scrittura siriaca più antica, derivata dalla scrittura aramaica e caratterizzata da lettere grandi e [...] di forma aggraziata ...
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raca
(o raka). – Adattamento della voce aramaica reqa, che significa propr. «vuotezza» e quindi «uomo vuoto, sciocco», citata nel Vangelo di s. Matteo, 5, 22: qui autem dixerit fratri suo raca, reus [...] erit concilio «chi dirà al suo fratello raca, sarà sottoposto al sinedrio». Si usa nella frase, non com., dire (meno spesso gridare) raca a qualcuno, insultarlo: [il pellegrino] vide infiniti uomini: alcuno, ...
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caldaico
caldàico agg. [dal lat. Chaldaicus, gr. Χαλδαϊκός] (pl. m. -ci). – Della Caldea, dei Caldei (v. caldeo). Lingua c. (o caldea), denominazione inesatta, usata in Europa dal Rinascimento fino al [...] sec. 19°, per designare la lingua aramaica biblica, in seguito all’erronea opinione che i Giudei della Palestina avessero preso direttamente tale lingua dalla Caldea, cioè da Babilonia. ...
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ARAMAICA, Arte
G. Garbini
La popolazione semitica degli Aramei, della cui presenza nelle regioni limitrofe del deserto arabo-siriano si hanno tracce risalenti alla seconda metà del III millennio a. C., formò organismi politici autonomi solo...
targūm Parola aramaica, poi entrata anche nell’ebraico post-biblico, che significa «traduzione» e con la quale si designano alcune versioni della Bibbia in lingua aramaica giudaica. Si ignora quando furono eseguite: si cominciò a sentirne il...