semanticita
semanticità s. f. [der. di semantico]. – Valore, aspetto, carattere semantico, e, in senso più ampio, la capacità di significare, di avere un significato: s. di un vocabolo, di un sintagma; [...] ; per estens., s. di un dipinto, di un film; s. delle arti figurative. Nella logica, carattere ottativo o di pura espressività di un discorso, di una proposizione, che non possono essere detti né veri né falsi, secondo la concezione di Aristotele. ...
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semantico
semàntico agg. [dal fr. sémantique, e questo dal lat. tardo semantĭcus, gr. σημαντικός «significativo», der. di σημαίνω «segnalare, significare»] (pl. m. -ci). – 1. a. In linguistica, relativo [...] una struttura, o in una classe di strutture) si può dedurre dagli assiomi della teoria. Nel De interpretatione di Aristotele, proposizione s., enunciato s. (λόγος σημαντικός), puramente espressivi o ottativi, che non possono essere detti né veri né ...
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commento
comménto (ant. coménto) s. m. [dal lat. commentum, che ebbe in periodo class. il sign. di «invenzione, finzione» (dal part. pass. commentus di comminisci «immaginare»); lo sviluppo semantico [...] ; c. a una dottrina, c. al codice; Averoìs, che ’l gran comento feo (Dante, con riferimento ai commenti di Averroè ad Aristotele); il c. del Boccaccio alla Commedia. Meno com., nota, interpretazione di un singolo passo: il c. di questo verso non mi ...
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topico
tòpico agg. [dal lat. tardo topĭcus, gr. τοπικός, der. di τόπος «luogo»] (pl. m. -ci). – 1. Nella logica antica, che riguarda l’invenzione degli argomenti, cioè dei mezzi dialettici con cui condurre [...] , di Cicerone, di Boezio (sostantivato, i Topici, traduz. del titolo greco, Τὰ τοπικά, dell’opera aristotelica); luogo t., tema generale o schema tipico di argomentazione a cui si può ricorrere per la discussione di casi particolari; con sign ...
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energia
energìa s. f. [dal lat. tardo energīa, gr. ἐνέργεια, der. di ἐνεργής «attivo», da ἔργον «opera»]. – 1. a. Vigore fisico, spec. dei nervi e dei muscoli, potenza attiva dell’organismo; con questo [...] e derivate (rispettivam., e. libera e e. legata) in cui si manifesta la pulsione. 2. Nella filosofia di Aristotele, l’atto o principio determinante e attuante, in contrapp. alla materia o principio determinabile e potenziale (δύναμις); per Leibniz ...
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filosofema
filoṡofèma s. m. [dal gr. ϕιλοσόϕημα] (pl. -i). – Nome con cui Aristotele designò il sillogismo indirizzato alla dimostrazione della verità filosofica; con sign. più generico (e talora lievemente [...] spreg.), ogni proposizione filosofica: il Cavalcanti poeteggia sottili f. nelle gravi stanze della canzone (Carducci) ...
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apofantico
apofàntico agg. [dal gr. ἀποϕαντικός «enunciativo, assertivo», der. di ἀποϕαίνω «far conoscere, dichiarare»] (pl. m. -ci). – Termine adoperato da Aristotele per caratterizzare, tra gli enunciati [...] verbali che hanno un senso, quelli che possono essere detti veri o falsi, in contrapp. a quelli puramente espressivi che non possono essere detti né veri né falsi ...
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filosofia
filoṡofìa s. f. [dal lat. philosophĭa, gr. ϕιλοσοϕία, comp. di ϕιλο- «filo-» e σοϕία «sapienza»]. – 1. Nella tradizione occidentale, termine che, a partire da un primo sign. di desiderio di [...] permanenti delle realtà di cui l’uomo ha esperienza e di indicare norme universali di comportamento. Più in partic., con Aristotele, è specificamente la ricerca dei principî e delle cause prime e trova il suo vertice nella f. prima (detta più ...
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filosofico
filoṡòfico agg. [dal lat. tardo philosophĭcus, gr. tardo ϕιλοσοϕικός] (pl. m. -ci). – Attinente alla filosofia; proprio, o degno, della filosofia e dei filosofi: studî f.; dottrine, speculazioni [...] f.; movimento f.; pensiero, dubbio f.; avere mente filosofica; anche, di filosofi: Vidi ’l maestro di color che sanno [cioè Aristotele] Seder tra f. famiglia (Dante). E con allusione a caratteri che volgarmente si notano, o si notavano, in sedicenti ...
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filosofo
filòṡofo s. m. (f. -a) [dal lat. philoṡŏphus, gr. ϕιλόσοϕος; v. filosofia]. – 1. Chi professa la filosofia; chi si dedica cioè abitualmente allo studio dei problemi che formano oggetto dell’attività [...] i grandi f. dell’antichità; f. platonico; f. positivista, esistenzialista; scuole, sètte di filosofi; assol., il filosofo, Aristotele, così chiamato per antonomasia nel Medioevo e nel Rinascimento; genericam., chi si occupa di studî di filosofia, o ...
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Filosofo greco (Stagira 384-83 a. C. - Calcide 322 a. C.). Fu, con Socrate e Platone, uno dei più grandi pensatori dell'antichità e di tutti i tempi. Nato da una famiglia di medici, si formò nell'Accademia platonica; dopo la morte di Platone...
Aristotele
384-83 a.C
Nasce a Stagira da una famiglia di medici
366 a.C
Si trasferisce ad Atene ed entra nell’Accademia di Platone
348-47 a.C
Morte di Platone. A. inizia un periodo di viaggi, durante il quale insegna in varie città
343-342...