realismo
s. m. [der. di reale2]. – 1. a. Nella filosofia scolastica, corrente e posizione teorica che, nella valutazione del problema degli universali, attribuisce una realtà oggettiva ai concetti universali [...] (contrapp. a nominalismo e concettualismo): il r. platonico o trascendente, il r. aristotelico o immanente; il r. di Tommaso d’Aquino. Nella filosofia moderna, dottrina e corrente che riconosce come esistente in sé l’oggetto della conoscenza, ...
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gnoseologia
gnoṡeologìa s. f. [dal lat. mod. gnoseologia, termine coniato dal filosofo ted. A. G. Baumgarten (1714-1762) con il gr. γνῶσις -εως «conoscenza» e -λογία «-logia»]. – Termine usato (in una [...] , alle sue strutture e modalità, nonché alla sua validità e verità. Anche la dottrina, la teoria del conoscere enunciata da un determinato filosofo, da una determinata corrente di pensiero: g. aristotelico-tomista, g. empiristica, g. kantiana, ecc. ...
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tertium non datur
〈tèrzium ...〉 (lat. «non è ammessa una terza possibilità»). – Espressione che risale alla logica aristotelico-scolastica (con riferimento al «principio del terzo escluso»: v. escluso), [...] con cui si vuol significare che, in un’alternativa di due giudizî contraddittorî, o di due ipotesi contrapposte, o in generale tra una affermazione e la sua negazione, è esclusa ogni altra possibilità ...
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sorite1
sorite1 s. m. [dal lat. sorites, gr. σωρείτης o σωρίτης, der. di σωρός «mucchio, cumulo»]. – 1. Termine usato dallo scrittore greco Diogene Laerzio (3° sec. d. C.) per indicare una delle argomentazioni [...] ’ultima (A è B, B è C, C è D, quindi A è D); è detto, questo, s. regressivo (o anche, impropriam., aristotelico). Al filosofo ted. R. Goclenio (1547-1628) si deve una forma inversa (s. progressivo o goclenico), in cui il soggetto della prima premessa ...
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perseita
perseità s. f. [dal lat. mediev. perseitas -atis, der. della locuz. per se «per sé»]. – Termine della filosofia scolastica, designante la natura di ciò che sussiste «per sé» (lat. per se, che [...] traduce l’aristotelico καϑ᾿αὑτό), cioè in virtù della sua sostanza, indipendentemente da altro. ...
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postpredicamento
postpredicaménto s. m. [dal lat. mediev. post-praedicamentum, comp. di post «dopo» e praedicamentum (v. predicamento)]. – Nella storia della filosofia, denominazione di ognuno dei cinque [...] predicamenti (opposizione, priorità, simultaneità, moto, possesso) di cui si discute nel libro aristotelico sulle Categorie, successivamente alla trattazione delle dieci categorie o sommi predicabili della realtà. ...
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moto2
mòto2 s. m. [lat. mōtus -us, der. di movēre «muovere»]. – 1. L’atto, il fatto, l’effetto del muoversi, cioè dello spostarsi di un corpo da una posizione a un’altra; si contrappone a quiete ed è [...] specifiche: a. In filosofia, indica genericamente ogni forma di mutamento e di divenire; in partic., nel pensiero aristotelico, nel senso più generale, il passaggio dalla potenza all’atto; come movimento nell’ordine della realtà materiale, comprende ...
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noetico1
noètico1 agg. [dal gr. νοητικός] (pl. m. -ci). – Relativo alla noesi, nel sign. aristotelico e husserliano: conoscenza n., conoscenza primaria e intuitiva dei noemi (anche semplicem. noetica [...] s. f.); analisi n., descrizione fenomenologica degli aspetti soggettivi dell’esperienza ...
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potenza
potènza (ant. potènzia) s. f. [dal lat. potentia, der. di potens -entis «potente»]. – 1. In senso generico, l’essere potente, il fatto di potere: così ... la potenza corrispondesse alla buona [...] i quali talvolta si alternavano con qualche opera di carità e di religione. 4. a. Nel linguaggio filosofico (spec. nella filosofia aristotelico-scolastica), il concetto di potenza si definisce in rapporto a quello di atto (v. atto2, n. 2) e indica l ...
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tempo
tèmpo s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico, mentre quello atmosferico (cfr. al n. 8) era significato da tempestas -atis]. – 1. L’intuizione e la [...] hanno senso il passato e il futuro, mentre alla sostanza eterna compete un eterno presente immobile; il pensiero aristotelico riconcilia queste concezioni, da un lato assumendo il movimento perfetto dei cieli come riferimento per la misura del tempo ...
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Filosofo aristotelico (Siena 1520 - ivi 1604). Studiò a Padova e insegnò nelle univ. di Siena, Macerata, Perugia e Padova (1561-1601). Scrisse, tra l'altro, Universa philosophia de moribus (1583) contro la metodologia di G. Zabarella; Comes...
Filosofia
Nella filosofia aristotelico-scolastica determinazione o qualità che non appartiene all’essenza di un oggetto: si distingue in a. casuale, se il suo rapporto con l’oggetto è fortuito, a. per sé, se, pur non appartenendo all’essenza...