parlante
agg. [part. pres. del v. parlare]. – 1. a. Che parla; talora in aggiunta a vivo, per indicare la pienezza della vita e il perfetto stato di salute: il giovane, che ormai tutti piangevano per [...] , chi fa parte di una determinata comunità linguistica: nell’uso dei p.; la sensibilità linguistica dei parlanti. Accompagnato da avverbî, per indicare il modo di parlare, di esprimersi: ben p. (v. benparlante); mal p. (v. malparlante); anticam., con ...
Leggi Tutto
piu
più (ant. o pop. tosc. piùe) avv. e agg. [lat. plūs, compar. neutro di multus «molto»]. – 1. avv. a. Come comparativo dell’avv. molto, significa «in maggior quantità, in maggior misura», contrapponendosi [...] . b. Entra in alcune espressioni aventi valore asseverativo; così la formula più che premessa a un aggettivo o a un avverbio: la tua osservazione è più che giusta; ha agito più che correttamente, in modo assolutamente corretto. Tanto più, molto più ...
Leggi Tutto
deissi
s. f. [dal gr. δεῖξις, propr. «dimostrazione», der. di δείκνυμι «mostrare»]. – In linguistica, il ricorso, da parte del parlante, a particolari elementi linguistici, come i pronomi personali, [...] gli aggettivi dimostrativi (questo, quello, ecc.), gli avverbî di luogo e di tempo (qui, adesso, ecc.), detti elementi o fattori deittici, necessarî per precisare chi sia il soggetto parlante e chi il suo interlocutore, e per situare l’enunciato ...
Leggi Tutto
sottolemma
sottolèmma s. m. [comp. di sotto- e lemma1] (pl. -i). – Termine convenzionalmente adottato in lessicografia per designare quegli elementi del lessico che, pur avendo una propria autonomia [...] ) gli alterati di sostantivi e aggettivi, i participî presenti e passati usati con funzione di aggettivi o sostantivi, gli avverbî in -mente, che non vengono perciò registrati nei vocabolarî con un esponente proprio, ma aggiunti, con una propria ...
Leggi Tutto
lungo1
lungo1 agg. [lat. lŏngus] (pl. m. -ghi). – 1. a. Che si estende notevolmente nel senso della lunghezza, che ha grande estensione dall’una all’altra delle sue estremità (contrario di corto): una [...] sei furbo, ma non riesci a darmela a bere, a infinocchiarmi, e sim. d. Con valore relativo, quando è determinato da avverbî o complementi, e così nelle prop. interrogative, nei paragoni, esprime semplicem. la misura della lunghezza: una corda molto l ...
Leggi Tutto
cotale
agg., pron. e avv. [lat. eccu(m) talis], letter. – 1. agg. È forma meno com. di tale, e ormai antica: cominciò a parlare in cotal guisa; a volte in correlazione con quale, come: Quali colombe, [...] virile, e anche l’organo genitale femminile. 3. avv., ant. In tal modo: Vid’io lo Minotauro far cotale (Dante); anche unito come rafforzativo ad altri avverbî e locuz. avv., col senso di «così»: Calandrino gl’invitò a cena c. alla trista (Boccaccio). ...
Leggi Tutto
particella
particèlla s. f. [lat. *particĕlla, dim. di particŭla che a sua volta è dim. di pars partis «parte»]. – 1. Piccola parte, frazione assai minuta, quantità minima di qualche cosa: ridurre un [...] . pronominali, le forme atone dei pronomi personali (mi, ti, gli, ci, vi, lo, la, li, le, si, ne); p. avverbiali, gli avverbî ci, vi, ne. In passato, con sign. più ampio, denominazione di ogni elemento lessicale che non fosse sostantivo o aggettivo o ...
Leggi Tutto
fare2
fare2 (ant. fàcere) v. tr. [lat. facĕre] (pres. fo 〈fò〉 [radd. sint.] o fàccio, fai [ant. faci], fa [radd. sint.; ant. e poet. face], facciamo, fate, fanno; imperf. facévo, ecc. [ant. e poet., [...] intr.: arte L’umana strage, arte è in me fatta, e vanto (Foscolo); il mondo è fatto così leggero (Leopardi). Con avverbî di luogo, farsi indica la posizione che segue a un movimento: fatti in là; ti dovresti f. più vicino; farsi avanti, avanzare ...
Leggi Tutto
se2
se2 cong. [lat. tardo se(d), incrocio di sī con quid «che cosa»] (radd. sint.). – 1. Con valore condizionale, ipotetico: a. Posto che, ammesso che, dandosi il caso che, e sim.; introduce proposizioni [...] , sta’ pur certo che ...; ancor non sarei qui, se non fosse Che, possendo peccar, mi volsi a Dio (Dante). Rafforzato da avverbî o locuz. avverbiali: se poi ..., se per caso ..., se fosse ..., e sim. (se poi non ti piace, puoi sempre cambiarlo; se ...
Leggi Tutto
migliore
miglióre agg. [lat. mĕlior -ōris, compar. di bonus «buono»; cfr. meglio]. – 1. È il compar. di buono, molto più com. del compar. regolare più buono in quasi tutti i sign. dell’aggettivo (esclusivam. [...] ragazzi, alla disciplina degli alunni in classe, e sim.: vediamo chi di voi sarà più buono). Può essere modificato da avverbî: appena, un po’, assai, molto, infinitamente migliore; preceduto dall’art. determ. ha valore di superl. relativo: è il m. di ...
Leggi Tutto
AVVERBI
L’avverbio è una parte invariabile del discorso, la cui funzione è determinare il significato di un verbo (dorme saporitamente), un aggettivo (molto buono) o un altro avverbio (troppo duramente).
A seconda della funzione che svolgono,...
Insieme a nomi, verbi e aggettivi, gli avverbi costituiscono una delle classi aperte di parole nel lessico dell’italiano.
Uno degli aspetti più difficili nell’analisi degli avverbi riguarda la loro definizione come classe di parole, in quanto...