minore
minóre agg. [lat. minor -ōris, che funge da compar. di parvus «piccolo»; cfr. meno e minimo] (al sing. masch. e femm., se premesso al sost., e in usi poetici anche al plur., o posposto al sost., [...] matematica, l’espressione «minore di» si rende simbolicamente col segno 〈 (cioè a 〈 b significa che a è minore di b). L’avverbio corrispondente è meno (v.), che funge da comparativo di poco, ma è usato spesso anche come agg., con lo stesso sign. di ...
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pure
avv. e cong. [lat. pūre «puramente», avv. di purus «puro»]. – Ha oggi fondamentalmente funzione di particella aggiuntiva o di cong. avversativa concessiva. Anticam. aveva anche valore avverbiale, [...] pron. pers. atono e il verbo (per es.: i’ ti pur prego, Petrarca; Ora si pure avvedrà, Boccaccio; ecc.). 1. Come avverbio: a. ant. Semplicemente, solamente, anche soltanto: Disperato dolor che ’l cor mi preme Già pur pensando, pria ch’io ne favelli ...
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presente1
preṡènte1 agg. e s. m. e f. [dal lat. praesens -entis, comp. di prae- «pre-» e ens entis part. pres. di esse «essere», con inserzione di -s- eufonica prob. per attrazione di absens «assente» [...] , si scompigliano»); il presente può anche essere usato in luogo del futuro, quando il tempo sia indicato da un avverbio o da un’espressione avverbiale (domani è il mio compleanno); il presente è usato inoltre con funzione atemporale (p. atemporale ...
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formaliter
〈formàliter〉 avv., lat. mediev. – Formalmente, per ciò che riguarda la forma (in senso filosofico); è avverbio largamente usato nel linguaggio della filosofia scolastica, con accezioni varie: [...] essenzialmente, mentalmente, attualmente (in antitesi a virtualiter «in potenza»), e sim ...
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naturale
agg. [dal lat. naturalis]. – 1. Della natura, che riguarda la natura o si riferisce alla natura, nel suo sign. più ampio e comprensivo: filosofia n., locuz. con la quale si indicò in passato [...] in una posa n. (e analogam., sei riuscito molto n. in questa foto); mi venne n. di rispondere così; e con valore di avverbio o in funzione predicativa: O per parlar più franco e n. (Giusti). b. Di avvenimento che è nell’ordine delle cose, perciò ...
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grosso1
gròsso1 agg. [lat. tardo grŏssus]. – 1. In senso relativo, di oggetto che ha una certa grossezza (la quale è precisata da un’espressione numerica, o è genericamente determinata da un avverbio [...] o da una similitudine): un volume g. tre dita; molto, poco, assai g.; g. come un elefante, come una noce, come un granello di pepe; accennando con le mani: g. così, g. tanto. 2. Che ha dimensioni notevoli, ...
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presto1
prèsto1 agg. e avv. [lat. tardo praestus, der. dell’avv. praesto, presente nella locuz., già lat. class., praesto esse «essere pronto, essere a disposizione»; l’uso avverbiale ital., secondo [...] . a tardi, nella locuz. p. o tardi, prima o poi: p. o tardi dovrà pure farsi vivo. Rafforzato da altro avverbio, o nel superlativo: lo sapremo ben presto; verrò a trovarti prestissimo; al più presto, quanto prima, nel più breve tempo possibile ...
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alfine
(ant. al fine) avv. – Alla fine: E legno vidi già dritto e veloce Correr lo mar per tutto suo cammino, Perire al fine a l’intrar de la foce (Dante); dopo qualche tempo, la povera Lucia cominciò [...] (Manzoni); l’abete ..., Nitida bara, chiuda al fin li oscuri Del mio pensier tumulti e il van desio (Carducci); finalmente: dopo lunga assenza, a. tornò. In quest’avverbio, fine conserva il genere masch. che ebbe anticam. nel sign. di «termine». ...
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romando
agg. e s. m. [dal fr. romand, ant. romant o romanz che è l’avverbio lat. pop. *romanice «al modo dei Romani», in quanto il francese è una lingua romanza]. – Lingua r., e come s. m. il romando, [...] la lingua francese parlata, e usata anche come lingua nazionale e ufficiale, in un’ampia zona della Confederazione Elvetica, cioè nella Svizzera r. e nei cantoni r. (i cantoni di Vaud, Ginevra e Neuchâtel, ...
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romanza
romanża s. f. [dal fr. romance (femm.), che a sua volta è dallo spagn. romance (masch.) e dal provenz. romans, che risalgono all’avverbio lat. pop. *romanice «al modo dei Romani, in lingua latina»]. [...] – 1. In letteratura, componimento poetico, di varia forma metrica, in uso in Italia dalla fine del sec. 18°, col quale i poeti preromantici e romantici volevano richiamarsi al gusto e alla tematica del ...
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Parte invariabile del discorso che determina il verbo, l’aggettivo o un altro avverbio. A seconda della funzione, gli a. italiani si distinguono in:
a. qualificativi (bene, male, volentieri, velocemente ecc.);
a. di luogo (qui, là, dove, fuori...
Parte del discorso che determina il verbo, non solo, ma, contrariamente alla sua etimologia e alle definizioni unilaterali degli antichi, anche l'aggettivo e, in certi casi, un complemento: ama soprattutto la lettura, lettura soprattutto piacevole,...