casocaṡo s. m. [dal lat. casus -us, propr. «caduta», der. di cadĕre «cadere»; nel sign. 7, il lat. casus è un calco del gr. πτῶσις (che significava anch’esso propr. «caduta»)]. – 1. Avvenimento fortuito, [...] il c., è opportuno, è il momento giusto, o c’è motivo: è il caso di tentare; non è il c. di prendersela tanto; vediamo se sia il c. della religione (Manzoni). 7. In linguistica, categoria grammaticale che concerne sia ciascuna delle forme che il nome ...
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persóna s. f. [lat. persōna, voce di origine prob. etrusca, che significava propr. «maschera teatrale» e poi prese il valore di «individuo di sesso non specificato», «corpo», e fu usata come termine grammaticale [...] prigionieri di guerra, ecc.), per le quali, in caso di guerra, le convenzioni di Ginevra (1949) prevedono umana o alla natura divina in essa comprese. 6. a. Categoria grammaticale che, nelle forme verbali e anche nei pronomi personali, serve a ...
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periodo
perìodo s. m. [dal lat. periŏdus (nel senso temporale e grammaticale), gr. περίοδος, propr. «circuito, giro», comp. di περι- «peri-» e ὁδός «via»]. – 1. a. In generale, nel linguaggio scient., [...] per un punto che si muova di moto circolare uniforme, nel quale caso il ciclo è un giro completo del punto, per indicare la frequenza un’unità indipendente dal punto di vista logico e grammaticale, generalmente composto da una frase principale e da ...
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neutro
nèutro agg. [dal lat. neuter -tra -trum]. – 1. Che non è né l’uno né l’altro di due fatti o stati che si considerano antitetici o contrapponibili. In partic.: a. In grammatica, genere n. (o semplicem. [...] diffuso con frequenza maggiore in alcuni dialetti). Nella terminologia grammaticale, l’aggettivo è stato usato nel passato (oggi raramente non ha il punto neutro: qualora, in tal caso, sia necessario individuare il centro del sistema di tensioni ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante [...] cui vive. c. G. del verbo, categoria grammaticale della coniugazione, di natura sintattica; nelle lingue indoeuropee nome in accusativo (o complemento diretto), intransitivo quando il caso o complemento è diverso dall’accusativo, oppure il verbo è ...
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vicecaso
vicecaṡo s. m. [comp. di vice- e caso (nel sign. grammaticale)]. – Nella vecchia terminologia grammaticale, lo stesso che segnacaso. ...
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segnacaso
segnacaṡo s. m. [comp. di segnare e caso (nel
sign. grammaticale)]. – Elemento grammaticale, costituito in genere da una preposizione, che, premesso ai nomi e ai pronomi, ne specifica la funzione [...] logico-sintattica, assolvendo quel compito che nelle lingue classiche e nelle altre lingue flessive è svolto dalle desinenze dei casi: la preposizione «di» si può considerare come il s. del genitivo; la ...
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positivo
poṡitivo agg. [dal lat. tardo positivus, propr. «che viene posto» (usato soprattutto nel sign. grammaticale), der. di ponĕre «porre», part. pass. posĭtus]. – 1. In generale, che è posto come [...] nel tempo dandosi proprie strutture e istituzioni. b. Nella terminologia grammaticale, aggettivo p. o di grado p. (anche grado p. di lesione tubercolare aperta (e, per estens., in tal caso, è detto positivo anche l’ammalato stesso). Per estens., ...
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accusativo
accuṡativo agg. e s. m. [dal lat. accusativus (casus), malamente ricalcato sul greco αἰτιατικ ή (πτ ῶ σις) «(caso) causativo»]. – Caso a. (o semplicem. accusativo s. m.): uno dei casi della [...] declinazione latina, e anche greca e di altre lingue, che nella tradizione grammaticale classica occupa il quarto posto, e perciò detto anche quarto caso; deve il suo nome latino, e quindi italiano, a un fraintendimento dei grammatici ellenistici del ...
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genitivo
agg. e s. m. [dal lat. genetivus o genitivus (casus), propr. «generativo», che nel sign. grammaticale è ricalcato sul gr. γενικὴ πτῶσις «caso che indica un genere» cioè una specificazione]. [...] g. (o semplicem. genitivo s. m.), il secondo caso della declinazione greca e latina, distinto (come in altre lingue flessive, per la 1a e 2a declinazione, con quella dell’antico caso locativo, serviva a esprimere anche il complemento di stato in ...
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Caso grammaticale caratterizzato nelle lingue indoeuropee dalla massima uniformità desinenziale, dall’elevata frequenza, da notevole stabilità diacronica. La sintassi scolastica moderna distingue diversi valori nell’a. latino e greco: l’a. retto...
Caso grammaticale, esprimente stato nella vicinanza di qualcosa, che si ritrova in varie lingue non indoeuropee, come l’ungherese (ugrofinnico) o il tabassarano (caucasico).