ezio-
èzio- (o ètio-) [dal gr. αἰτιο-, forma compositiva da αἰτία «causa»]. – Primo elemento di parole composte, derivate dal greco o formate modernamente, che significa «causa». ...
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spedizione
spedizióne s. f. [der. di spedire; dal lat. expeditio -onis, che aveva anche altri sign., ma non quello di «invio», deriva soltanto quello di impresa militare (da expedire nell’accezione di [...] spedizione. Con il sign. generico di invio, nel linguaggio giudiziario, s. di una causa a sentenza, atto processuale con cui il giudice, ritenendo una causa matura per la decisione, esprime il parere di pronunciare il provvedimento finale emanando la ...
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trepidazione
trepidazióne s. f. [dal lat. trepidatio -onis, der. di trepidare (che in lat. significava anche «vibrare, scuotersi tremando»)]. – 1. Stato d’animo ansioso e sollecito, proprio di chi attende [...] di piccoli moti vibratorî, più o meno irregolari, dovuti spesso a cause accidentali, che si possono avere in corpi rotanti a causa di un non perfetto equilibramento, in edifici a causa del traffico stradale, ecc. Il termine indica anche i moti ...
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postulare
v. tr. [dal lat. postulare «chiedere»] (io pòstulo, ecc.). – 1. a. letter. Chiedere, e per lo più chiedere con insistenza, fare istanza per ottenere, spec. soccorsi, favori, benefici, un incarico, [...] (da parte di un difensore legale) un’istanza, o in genere trattare una causa in rappresentanza di un privato. In diritto canonico, promuovere una causa di beatificazione o di canonizzazione presso il tribunale competente. 3. a. Nel linguaggio ...
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motivo2
motivo2 s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.; cfr. movente]. – 1. Stato d’animo, convinzione intellettuale, principio morale e sim. che, influendo sulla volontà, spinge ad agire in un determinato [...] quali si chiede al giudice superiore la riforma di una sentenza. Con funzione di locuz. avv.: a motivo di, per m. di, a causa di: la lettera neppure ieri ha potuto partire, a motivo del vento (Mazzini); per che o per quale m.?, perché?; nell’uso pop ...
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ultimo
ùltimo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. ultĭmus, superlativo, der. di ultra «oltre»]. – 1. a. Che è in fondo a una sequenza formata da un numero qualsivoglia di elementi; che in una sequenza ordinata [...] ; com. la locuzione partic. (con valore di litote) non ultimo, non il più trascurabile, uno tra i più apprezzabili: non u. causa delle sue disgrazie è stata la sua prodigalità; Iacopo Nardi, non u. tra gli storici italiani del Cinquecento. Di qui le ...
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noioso
noióso agg. [prob. dal provenz. enojos, che è il lat. tardo inodiosus, der. di odium «odio»]. – 1. Che dà noia, che è causa di noia: lezione, conferenza, conversazione n.; essere, diventare n.; [...] lá va le n. piume [del letto] Tutte premendo, e mai non si riposa (Ariosto). Con accezione partic., che è causa di biasimo, di danno alla reputazione: questa gentilissima ... non degnò salutare la tua persona, temendo non fosse noiosa (Dante). ◆ Dim ...
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piangere
piàngere (ant. o poet. piàgnere) v. intr. e tr. [lat. plangĕre «percuotere, battersi il petto, piangere lamentandosi»] (io piango, tu piangi, ecc.; pass. rem. piansi, piangésti, ecc.; part. [...] fam., pianger miseria, di chi si lamenta sempre, a torto o a ragione, d’essere povero, di non avere mezzi; prov.: chi è causa del suo mal pianga sé stesso. c. Dolersi per la morte di qualcuno, rimpiangere una persona morta: p. un amico morto; p. una ...
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perturbazione
perturbazióne s. f. [dal lat. perturbatio -onis, der. di perturbare «perturbare»]. – L’atto, il fatto di perturbare, o di essere fortemente turbato; confusione, scompiglio, sconvolgimento [...] in senso morale sia in quello fisico): una p. ... ch’io sento e che non posso descrivere (Foscolo); l’accaduto fu causa di gravi p. fisiche e psichiche; la p. prodotta dalla guerra; p. politiche, economiche, sociali. In fisica, variazione più o meno ...
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disastro
diṡastro s. m. [der. del lat. astrum «stella», col pref. dis-2]. – 1. Grave sciagura che provochi danni di vaste proporzioni o causi la morte di parecchie persone; soprattutto con riferimento [...] 1951), il d. del Vaiont (nel 1963); il d. delle Torri gemelle (2001). b. Fatto, avvenimento, anche non calamitoso in sé, che è causa di gravi perdite o danni, anche economici: la grandine è stata un vero d. per i vigneti; la morte del padre è stata ...
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Diritto
C. del negozio giuridico Intesa da alcuni in senso soggettivo come l’ultimo motivo determinante della volizione negoziale, viene rappresentata oggi dalla dottrina prevalente quale la ragione e la funzione economico-sociale del negozio,...
causa
Il concetto di causa (pertinente insieme all’ambito della scienza e a quello del pensare comune) ha significato correlativo a quello di effetto significando comunemente ciò da cui e per cui una cosa è. Il rapporto della c. all’effetto...