accusare
accuṡare v. tr. [dal lat. accusare, der. di causa «causa» con il pref. ad- (cfr. scusare)]. – 1. Attribuire una colpa, muovere un’accusa: nelle note informative, il direttore lo accusava di [...] a. altri che te della tua attuale situazione; anche, a. la propria dappocaggine, la sorte, il caso, ecc., attribuire a questi la causa delle disavventure e sim. di cui uno si lagna. Anche rifl.: si è accusato di un furto che non ha commesso. Poet ...
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chiamare
v. tr. [lat. clamare «gridare, proclamare»]. – 1. ant. Gridare: la verace Scrittura divina chiama contra queste false meretrici [le ricchezze materiali] (Dante); con grande voce diceva e chiamava: [...] cui sia comune la controversia oppure dal quale la parte convenuta pretende di essere garantita (v. chiamata, n. 3), fig., v. causa, n. 2 b; invece ch. una causa è il leggere che fa l’usciere ad alta voce i nomi delle parti prima che abbia inizio la ...
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chiamata
s. f. [der. di chiamare]. – 1. Atto del chiamare, e s’intende per lo più con la voce, ma anche con uno scritto o per mezzo di un segnale e, se si tratta di convocare a raccolta, con suono di [...] parola o sillaba (o serie di note) con cui cominciava la pagina seguente. 3. In diritto: ch. di un terzo in causa, atto diretto a far intervenire un terzo nel processo svolgentesi tra due parti; può essere effettuata da una delle parti stesse, quando ...
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strumentale
(letter. istrumentale, ant. instrumentale) agg. [der. di strumento]. – 1. Eseguito, attuato per mezzo di strumenti: a. Con riferimento a strumenti di misura: osservazioni, rilievi, dati s.; [...] usato come strumento: a. Nella filosofia scolastica, causa s. (a differenza della causa principale, che produce un effetto per virtù propria e proporzionata alla sua natura), causa la cui virtù propria e naturale viene adoperata dalla ...
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estrinseco
estrìnseco agg. [dal lat. extrinsĕcus, avv., «di fuori», comp. di *extrim (affine a extra) e sĕcus «appresso; altrimenti» (dal tema di sequi «seguire»)] (pl. m. -ci). – 1. In filosofia, detto [...] ’essere o nella definizione di un’idea, sempre in antitesi a intrinseco: principio e. (o causa e.), quello che agisce dal di fuori (la causa efficiente e la causa finale); denominazione e. o esterna, il modo o attributo della sostanza (ossia ciò che ...
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ruolo
ruòlo s. m. [dal fr. rôle, che è dal lat. tardo rŏtŭlus «rotolo»]. – 1. Elenco, registro, prospetto o quadro, in cui sono registrati in un ordine funzionale, corredati dagli elementi di rilevante [...] e i sottufficiali in congedo assoluto permanente inabili al servizio per mutilazioni o invalidità riportate in guerra, o per cause di servizio. c. In marina, ruolo della gente di mare, elenco, compilato e conservato presso le Capitanerie di porto ...
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successione
successióne s. f. [dal lat. successio -onis, der. di succedĕre «succedere»]. – 1. Il succedere ad altri, cioè il subentrare, il prendere il posto di un altro in una carica, in un ufficio, [...] : una s. ininterrotta di fatti sorprendenti; la s. delle stagioni, degli anni; la s. del tuono al lampo, dell’effetto alla causa; s. delle colture, in agraria, sinon. del più com. rotazione. Il susseguirsi di cose o persone, elementi o dati, in un ...
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divisione
diviṡióne s. f. [dal lat. divisio -onis, der. di dividĕre «dividere»]. – 1. L’atto, il fatto di dividere, sia facendo due o più parti di un tutto, sia disgiungendo o separando, concretamente [...] ; la terza parte dell’orazione in cui si enumerano i punti fondamentali della discussione; la soluzione della questione in causa in questioni particolari risolte una per una. e. fig. Disunione, discordia: seminare la d. negli animi, nelle famiglie; i ...
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perche
perché avv. e cong. [comp. di per e che1 o che2]. – Grammaticalmente, oltre alle funzioni di avverbio interrogativo e di congiunzione, che sono le più frequenti, può avere quella di pronome relativo [...] o finali; nell’uso ant. ebbe anche valore concessivo. 1. Come avv., in proposizioni interrogative dirette o indirette, serve a chiedere la causa, il motivo per cui si verifica o non si verifica un dato fatto, o anche lo scopo per cui si fa o non si ...
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dare2
dare2 v. tr. [lat. dare] (pres. do 〈dò〉 o dò [radd. sint.], dai o dài, dà, diamo, date, danno o dànno; imperf. davo, davi, ecc.; pass. rem. dièdi o dètti, désti, diède [poet. diè] o dètte, démmo, [...] pretese che non si vogliono soddisfare. In partic., donare, regalare: d. tutto ai poveri; d. la vita, il sangue per una causa; anche assol.: chiedete e vi sarà dato. Porgere: dammi quei fogli; d. la mano, porgerla perché altri la stringa (per altre ...
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Diritto
C. del negozio giuridico Intesa da alcuni in senso soggettivo come l’ultimo motivo determinante della volizione negoziale, viene rappresentata oggi dalla dottrina prevalente quale la ragione e la funzione economico-sociale del negozio,...
causa
Il concetto di causa (pertinente insieme all’ambito della scienza e a quello del pensare comune) ha significato correlativo a quello di effetto significando comunemente ciò da cui e per cui una cosa è. Il rapporto della c. all’effetto...