perso2
pèrso2 agg. e s. m. [lat. mediev. persus «scuro», forse alteraz. di un precedente pressus (pressior è testimoniato nel sec. 1° d. C. nel senso di «più scuro»)], ant. e letter. – 1. agg. a. Che [...] : lo p. è un colore misto di purpureo e di nero, ma vince lo nero, e da lui si dinomina (Dante). b. Stoffa o abito di colore perso: Ch’ella mi par sì bella in que’ suo’ persi (CinodaPistoia, dove però altri interpretano «in quei suoi occhi neri»). ...
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agenzare
v. tr. e intr. [dal provenz. agensar «abbellire», fr. ant. agencier (fr. mod. agencer), che è il lat. *agentiare, der. di genĭtus «nobile»] (io agènzo, ecc.), ant. – 1. tr. Adornare, abbellire. [...] . intr. a. Piacere, esser gradito: Già non m’agenza, Chiaro, il dimandare Ma’ che m’agenza amare e non cherere (Dante, Rime dubbie). b. Come intr. pron., agenzarsi, compiacersi, onorarsi: Di quel signore [Amore] cui servir m’agenzo (CinodaPistoia). ...
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agghiadare
v. tr. e intr. [der. di ghiado], ant. o poet. – 1. tr. Trafiggere, in senso proprio e fig.: Quando l’un l’altro spessamente agghiada (CinodaPistoia); duol, che piú v’agghiada Di sei sconfitte [...] non viene alla sua fusione, anzi agghiada (Cellini); più com. fig., inorridire: per lo grande stupore agghiadò (Cavalca); anche con la part. pron.: Quand’ecco che da Tenedo (m’agghiado A raccontarlo) due serpenti immani Venir si veggon (Caro). ...
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stil novo
stil nòvo (o stilnòvo; anche dólce stil nòvo) locuz. usata come s. m. – Denominazione (data dalla critica moderna sulla base di un passo del Purgatorio dantesco, «O frate, issa vegg’io» diss’elli, [...] stil novo ...», XXIV, 55-57), di una tendenza poetica diffusa da Bologna in Toscana tra la seconda metà del Duecento e l’inizio del , Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi e CinodaPistoia, oltre al Dante giovanile; la materia della loro ...
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costumato
agg. [part. pass. di costumare]. – 1. non com. Che si comporta in modo educato, corretto: una giovane c.; un valente uomo di corte e c. e ben parlante (Boccaccio); ragazzo ben c., mal c., bene [...] , abituato a qualche cosa: gli uomini c. a questo modo nostro (Leopardi). b. Che ha pratica, familiarità con persona o cosa: Amor, così son costumato teco, Che l’allegrezza non so che si sia (CinodaPistoia). ◆ Avv. costumataménte, con costumatezza. ...
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infinta
s. f. [der. di infingere; cfr. infinto], ant. – Infingimento, simulazione, inganno: E covro lo desio di tale infinta, Ch’altri non sa di qual donna eo mi canti (CinodaPistoia). ...
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granare
v. intr. e tr. – Variante ant. di granire1 e di granire2, nei varî sign.: Falso, che ne la bocca porti ’l mele E dentro tosco, onde ’l tuo amor non grana (CinodaPistoia), qui nell’accezione [...] di allegare, fare frutto, in senso fig ...
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pui
avv. – Variante ant. di poi, usata quasi esclusivam. in rima: dicerò di lei piangendo, pui Che si n’è gita in ciel subitamente (Dante); non sono stato ardito pui Di mirar donna (CinodaPistoia). ...
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stornare
v. tr. [der. di tornare, col pref. s- (nel sign. 3), sul modello del fr. détourner] (io stórno, ecc.). – 1. ant. o letter. Volgere indietro o in altra direzione: Move, cangiando color, riso [...] uso intr., cessare: Po’ miran me che sospirar no storno (CinodaPistoia). 2. fig. a. Allontanare, rivolgere altrove ciò che rappresenta disordini (Rovani). b. Dissuadere, far desistere da un dato comportamento: sono riuscito a stornarlo dal ...
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Giurista e poeta, della famiglia dei Sigibuldi o Sigisbuldi (detta anche Sinibuldi: n. Pistoia, quasi certamente 1270 - m. ivi 1336 o 1337). Studiò diritto a Bologna, allievo del grande Francesco d'Accursio, e ad Orléans (1292-93); la sua famiglia...