possente
possènte agg. [rifacimento di potente sulle forme con tema poss- della coniugazione di potere], letter. – 1. a. Lo stesso che potente, detto sia di persona: molti e p. nimici (Boccaccio); di [...] Tenedo Possente imperador (V. Monti); anche sostantivato: Dove sono, o Bologna, i possenti, I guerrier de la tua Montagnola? (Carducci); sia di cosa: un p. esercito; una flotta p.; sulla città s’era abbattuto ...
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svellere
svèllere (ant. svègliere, poet. raro svèrre) v. tr. [lat. *exvellere, variante di evellĕre «strappare», comp. di e(x)- e vellĕre «tirare, estirpare»] (io svèllo o svèlgo, tu svèlli, ecc.; pass. [...] ◆ Il part. pass. svèlto è di solito evitato e sostituito da divèlto; non ne mancano tuttavia attestazioni in tempi composti della coniugazione: mirando in ciel, vidi rimaso Come un barlume, o un’orma, anzi una nicchia, Ond’ella [la luna] fosse svelta ...
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mi1
mi1 pron. pers. [lat. me, accus., mi (= mihi), dativo]. – 1. Forma atona che concorre alla declinazione del pron. pers. io, sia come compl. oggetto (non mi ha visto = non ha visto me), sia come compl. [...] di termine (mi disse = disse a me); è inoltre indispensabile nella coniugazione dei verbi rifl. e intr. pron. per la prima persona sing. (mi vesto, mi pentii, mi sono scordato, ecc.). Per ciò che riguarda la collocazione sintattica, la particella mi ...
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declinazione
declinazióne s. f. [dal lat. declinatio -onis, der. di declinare: v. declinare]. – 1. L’azione, l’effetto e il modo del declinare, cioè del volgere verso il basso, in senso proprio e fig. [...] 3. In grammatica, la flessione del nome e delle parti nominali del discorso (aggettivo, pronome), in contrapposizione alla coniugazione, che è la flessione propria del verbo (la denominazione deriva dal fatto che i grammatici antichi consideravano il ...
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duale
düale agg. e s. m. [dal lat. dualis, der. di duo «due»]. – 1. agg. e s. m. Propr., di due, che è condiviso da due; in partic., in linguistica, numero d. (o, come s. m., il d.), una delle categorie [...] che alcune lingue (sanscrito, greco antico, paleoslavo), distinguendolo dal singolare e dal plurale, usano, nella declinazione e nella coniugazione, per indicare l’insieme di due persone o cose. 2. agg. In matematica e fisica, che presenta il ...
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udire2
udire2 v. tr. [lat. audire] (indic. pres. òdo, òdi, òde, udiamo, udite, òdono; in tutta la coniugazione del verbo, la vocale tematica è o quando su di essa cade l’accento, u fuori d’accento; fut. [...] udirò o udrò, ecc.; condiz. udirèi o udrèi, ecc.). – 1. Percepire distintamente suoni o rumori, con l’organo dell’udito (nell’uso parlato questo verbo è per lo più sostituito dal verbo sentire): u. un ...
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ausiliare
auṡiliare agg. e s. m. e f. [dal lat. auxiliaris, der. di auxilium «aiuto»]. – 1. agg. Che è di aiuto: rifornimenti a.; milizie, reparti a.; vescovo a., lo stesso che vescovo coadiutore; verbo [...] essere (mi sono lavato; si era pentito; mi sono comprato un vestito; ci siamo sempre amati); e con essere si coniugano quasi sempre i verbi impersonali (è nevicato, è piovuto, era accaduto). I verbi servili (cioè volere, potere, dovere, ecc.), quando ...
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sorridere
sorrìdere v. intr. e tr. [lat. subridēre, comp. di sub «sotto, di sotto» e ridēre «ridere», con mutamento di coniugazione] (coniug. come ridere). – 1. intr. (aus. avere) a. Ridere lievemente, [...] a fior di labbra: s. dolcemente, malinconicamente, tristemente, maliziosamente, ironicamente; sorrideva di imbarazzo, mio padre, mentre nel sogno di questa notte mi guardava negli occhi (Michele Mari); ...
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ugro-finnico
ugro-fìnnico (o ugrofìnnico) agg. (pl. m. -ci). – Gruppo ugro-finnico, gruppo di lingue (anche finno-ùgrico) che forma con le lingue samoiede la famiglia uralica e rientra nella maggiore [...] in luogo, risale all’avverbio benn «dentro», e questo a sua volta a un bélén «all’interno»; e la conservazione di tratti arcaici nella coniugazione verbale); il patrimonio lessicale, invece, ha subìto forti influssi da parte delle lingue confinanti. ...
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facere
fàcere v. tr. – Forma letter. ant. dell’infinito del verbo fare, che riproduce la forma lat. facĕre e che si conserva nelle forme normali della coniugazione facevo, facessi, ecc. (e, con rafforzamento [...] della c, in faccio, facciamo, ecc.), mentre in altre forme, come fai, fa, fate, ecc., si è avuta la stessa contrazione che nell’infinito fare ...
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Anatomia
Forami di c. Sono i fori intervertebrali attraverso i quali passano le radici spinali.
Biologia
Fenomeno consistente nella temporanea unione di due organismi unicellulari e in uno scambio di materiale nucleare. Nei batteri indica un...
Fisiologia. - Copulazione, coniugazione e fecondazione sono tre forme diverse nelle quali si presenta il fenomeno dell'anfigonia, cioè l'unione di due nuclei come principio per la formazione d'un nuovo organismo. Mentre si riserva il nome di...