schematismo
s. m. [der. di schema, sul modello del gr. σχηματισμός, lat. schematismus «espressione figurata»]. – 1. L’essere schematico; il procedere, lo svolgersi, il comportarsi secondo schemi troppo [...] schematismo (Longhi). 2. Nella filosofia kantiana, s. trascendentale o s. dei concetti puri dell’intelletto, espressioni con cui viene indicato l’uso da parte dell’intelletto, ai fini della conoscenza, degli schemi trascendentali (v. schema, n. 6). ...
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ignorante
agg. e s. m. e f. [dal lat. ignorans -antis, part. pres. di ignorare «ignorare»]. – 1. a. Che non conosce una determinata materia, che è in tutto o in parte digiuno di un determinato complesso [...] e spesso di modestia, se detto di sé stesso; riferito ad altri, è per lo più spreg. o offensivo. b. Che non è venuto a conoscenza di un fatto: era ancora i. dell’accaduto. In questo sign., è meno com. di ignaro. c. Che non sa o sa male ciò che ...
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appercezione
appercezióne s. f. [dal fr. aperception, der. di apercevoir «percepire» (che a sua volta è der. di percevoir, dal lat. percipĕre «percepire»)]. – In filosofia, termine introdotto da Leibniz [...] semplicemente accompagna ciascuna delle rappresentazioni, e a. pura (o originaria o trascendentale), principio formale originario della conoscenza, detto anche «Io penso», che compone tra loro le rappresentazioni ed è consapevole della loro sintesi ...
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ignorato
agg. [part. pass. di ignorare]. – 1. Non noto, non conosciuto; si dice soprattutto di cose non venute a conoscenza di alcune persone o anche della generalità, ma non assolutamente ignote: i [...] veri motivi di quella guerra rimasero a lungo ignorati. 2. Misconosciuto; detto per lo più di persona o cosa che, ignota alla maggioranza, meriterebbe di essere apprezzata: è uno studioso di grandi capacità, ...
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soprarazionale
(meno com. sovrarazionale) agg. [comp. di sopra- (o sovra-) e razionale1]. – Nel linguaggio filos., di ciò che eccede la capacità dell’umana ragione, pur senza contraddirne i principî; [...] . in teologia, con riferimento a ciò che appartiene all’ordine soprannaturale e delle verità rivelate, che sono appunto oggetto di fede. Sostantivato con valore neutro, il s., l’insieme di ciò che non rientra nell’ambito della conoscenza razionale. ...
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causa
càuṡa s. f. [dal lat. causa; cfr. cosa]. – 1. a. Fatto o avvenimento che provoca un determinato effetto, che è origine o occasione di un altro fatto: l’umidità è c. di malattie; il contatto dei [...] parlare; nessuno è buon giudice in c. propria, in cosa che lo riguardi direttamente; parlare con cognizione di causa, con perfetta conoscenza dell’argomento. 3. Insieme di diritti e di interessi (di un popolo, di una classe sociale, di un partito e ...
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entrare
(ant. intrare) v. intr. [lat. ĭntrare] (io éntro, ecc.; aus. essere). – 1. a. Andare dentro, penetrare in un luogo: e. in casa, e. a scuola, e. nel bosco, e. sotto le coperte; e. in acqua, immergervisi, [...] entrante, che sta per cominciare. In araldica, attributo di un animale che entra in una partizione. Riferito a persona, che s’impiccia dei fatti altrui, che riesce abilmente a entrare dappertutto, a fare conoscenza con chiunque: è un uomo entrante. ...
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sensazionismo
(o sensazionalismo) s. m. [dall’ingl. sensationism (o sensationalism), der. di sensation «sensazione»], non com. – In filosofia, dottrina (sostenuta particolarmente da E. Mach, R. Avenarius, [...] ) secondo cui gli elementi originarî della realtà sono le sensazioni: colori, suoni, calore, pressione, spazio, tempo, ecc.; si distingue perciò dal sensismo, cioè dalla dottrina gnoseologica che pone nella sensazione l’unica fonte della conoscenza. ...
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logica
lògica (ant. lòica) s. f. [dal lat. logĭca, gr. λογική (sottint. τέχνη «arte»), dall’agg. λογικός: v. logico1]. – 1. Nel pensiero greco classico, la scienza del logos, ossia del pensiero in quanto [...] , l. trascendentale, la disciplina filosofica che tratta dell’origine, estensione e validità degli elementi a priori della conoscenza; nel pensiero hegeliano, caduta la distinzione tra ontologia e logica, quest’ultima attiene alla realtà pensata e ...
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sensibilita
sensibilità s. f. [dal lat. tardo sensibilĭtas -atis, der. di sensibĭlis «sensibile»]. – 1. Capacità, attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi. In partic.: a. In psicologia, la [...] dolore accompagnanti le sensazioni: la s. è una prerogativa degli animali; la svalutazione medievale della s. come fonte di conoscenza; le piante presentano esse pure certe forme di s.; anche, l’insieme delle operazioni sensitive, in contrapp. alle ...
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Filosofia
La c. nella filosofia antica e medievale
La c. nella filosofia antica è concepita come un processo le cui modalità vengono diversamente interpretate: secondo la concezione di Pitagora, ripresa successivamente da Eraclito e da Empedocle,...
conoscenza [canoscenza; caunoscenza]
Domenico Consoli
Vocabolo presente in tutte le opere dantesche, con particolare frequenza nel Convivio, dove si registrano venti occorrenze delle trentadue complessive.
La forma ‛ canoscenza ', propria...