soprasensibile
soprasensìbile (o sovrasensìbile) agg. [comp. di sopra- (o sovra-) e sensibile]. – In generale, di ciò che non può essere attinto dalla conoscenza sensibile, sia in quanto è oggetto di [...] altra facoltà conoscitiva (come il puro intelligibile), sia in quanto, collocandosi nella sfera dello spirito o della trascendenza, si pone al di là del mondo dei sensi: il mondo, la realtà soprasensibile. ...
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sensismo
s. m. [der. di senso]. – In filosofia, dottrina gnoseologica radicalmente empirista, che, in polemica con ogni forma di innatismo e di razionalismo, considera la sensibilità come fonte unica [...] di tutte le forme di conoscenza, spec. di quelle (come i concetti e le idee) tradizionalmente attribuite alle superiori facoltà conoscitive: il s. di Campanella; il s. di Condillac; il s. settecentesco. ...
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specificazione
specificazióne s. f. [dal lat. mediev. specificatio -onis, der. del lat. tardo specificare «specificare»]. – 1. Lo specificare e l’essere specificato; indicazione esplicita, descrizione [...] unicamente regolativo) prescrive all’intelletto di suddividere ciascuna specie in sottospecie, di ricercare per ogni differenza delle differenze minori, secondo un procedimento volto a sviluppare la conoscenza dall’universale al particolare. ...
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senso comune
sènso comune locuz. usata come s. m. [dal lat. sensus communis]. – 1. Espressione filosofica, che traduce il greco di Aristotele κοινὴ αἴσϑησις «sensazione comune», con cui si designa l’atto [...] appunto, istinto originario con cui la mente umana riconoscerebbe in maniera intuitiva e immediata i principî fondamentali della conoscenza (in partic., la nozione della realtà esterna), della morale (per es. il principio della libertà dell’agire) e ...
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sicuro
(ant. securo) agg. [lat. secūrus «tranquillo, senza preoccupazioni» (comp. di se-, che indica separazione o privazione, e cura «preoccupazione»)]. – 1. a. Riferito a persona, che non corre alcun [...] con occhio s.; narrare, descrivere con stile s.; un’indagine condotta con metodo s., con s. intùito. c. Con riguardo alla conoscenza, e insieme alla fiducia, essere s., sapere con certezza, essere persuaso che una cosa, un fatto (o altro), è o è ...
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-enza
-ènza [lat. -ĕntia]. – Suffisso derivativo di nomi astratti tratti da verbi: accoglienza, conoscenza, credenza, diffidenza, dipendenza, partenza. Talora la base è costituita da un aggettivo in [...] -ente che risale a un participio presente latino: decenza, pazienza, prudenza ...
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uso2
uṡo2 s. m. [lat. usus -us, der. di uti «usare», part. pass. usus]. – 1. a. Il fatto di usare, di servirsi di una cosa (raram. di una persona) in modi e per scopi particolari: l’u. moderato del vino [...] , di esercitarsi in una disciplina, in un’arte: le lingue si apprendono con l’u.; l’u. perfeziona molto spesso la conoscenza teorica; letter., non com., pratica acquisita con l’esercizio, abito: se nuova legge non ti toglie Memoria o uso a l’amoroso ...
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positivismo
poṡitivismo s. m. [dal fr. positivisme, der. di positif «positivo»]. – 1. Complesso orientamento filosofico, sorto in Francia nella prima metà del 19° secolo e poi diffusosi in tutta Europa [...] , dal rifiuto della speculazione «metafisica», attribuendo la funzione di fornire i contenuti e i metodi della conoscenza alle scienze empiriche, riservando alla filosofia il compito di raccogliere, sistematizzare e generalizzare le leggi naturali ...
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razionalismo
s. m. [der. di razionale1]. – 1. Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico, la ragione e la razionalità: un individuo, [...] uno scienziato, uno scrittore di un lucido r.; un’argomentazione, una teoria, un’opera caratterizzata da un r. rigoroso; a volte, con valore limitativo (rilevandone cioè l’astrattezza e la scarsa aderenza ...
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positivo
poṡitivo agg. [dal lat. tardo positivus, propr. «che viene posto» (usato soprattutto nel sign. grammaticale), der. di ponĕre «porre», part. pass. posĭtus]. – 1. In generale, che è posto come [...] o supporto. 2. a. Che è dato dall’esperienza, che è reale, effettivo (opposto a chimerico), quindi anche pratico, utile: conoscenza p., certezza p. (e sostantivato, con valore neutro, il p., l’esistente, l’effettuale, il concreto); scienze p., quelle ...
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Filosofia
La c. nella filosofia antica e medievale
La c. nella filosofia antica è concepita come un processo le cui modalità vengono diversamente interpretate: secondo la concezione di Pitagora, ripresa successivamente da Eraclito e da Empedocle,...
conoscenza [canoscenza; caunoscenza]
Domenico Consoli
Vocabolo presente in tutte le opere dantesche, con particolare frequenza nel Convivio, dove si registrano venti occorrenze delle trentadue complessive.
La forma ‛ canoscenza ', propria...