affare
s. m. [da a fare, modellato sul fr. affaire, provenz. afar]. – 1. Cosa da farsi, faccenda, briga, cura (anche di cose di molta importanza): un a. urgente, importante, difficile, semplice; a. pubblici, [...] di grande risonanza: l’a. Dreyfus; l’a. Bruneri-Canella; l’a. Moro. 4. fam. Cosa, faccenda in genere: riuscire a convincerlo è un a. da poco, da nulla; sarà a. di poco, sarà cosa breve; se non torna nemmeno oggi è un a. serio; non è a. mio, non è ...
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morire
v. intr. [lat. *mŏrīre per il lat. class. mŏri] (pres. muòio, muòri, muòre, moriamo, morite, muòiono [pop. mòio, mòri, mòre ..., mòiono; ant. o dial. mòro ..., mòrono]; cong. pres. muòia ..., [...] di freddo, di stanchezza (o avere una fame, una sete, un freddo da m., essere stanco da m.); se succedesse a me una cosa simile, morirei di vergogna; in usi ancora più iperb.: muoio dal sonno; morivo di (o dalla) noia; smettila con codesta nenia, mi ...
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sotto
sótto prep. e avv. [lat. sŭbtus, avv., der. di sŭb «sotto»]. – È l’opposto di sopra e, come questo, ha soprattutto valore locale, indicando che un oggetto è, rispetto a un altro, in luogo più basso, [...] parallelo. È di uso frequente per indicare che qualche cosa è o avviene più in basso di un certo limite (spesso determinando la distanza): del corpo che per decenza si preferisce non nominare: il bambino se l’è fatta s., addosso; ho un foruncolo s.; ...
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similitudine
similitùdine s. f. [dal lat. similitudo -dĭnis, der. di simĭlis «simile»]. – 1. a. letter. Somiglianza, soprattutto in locuzioni, ormai ant., come per s., a s. di, ecc. b. Figura retorica [...] Pentecoste del Manzoni, «Come la luce rapida Piove di cosaincosa, E i color vari suscita Dovunque si riposa, Tal 2. a. In geometria, trasformazione del piano insé (o dello spazio insé, o, più in generale, di uno spazio a n dimensioni insé) che a ...
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regalare
v. tr. [prob. dallo spagn. regalar; v. regalo]. – Dare liberalmente, senza compenso o altra contropartita e con intenzione amichevole o affettuosa, cosa che è, o si ritiene, utile o gradita [...] del debito, e non è contento; mi creda, questa stoffa non gliela vendo, gliela regalo; in usi scherz., regalarsi una cosa, acquistarla o prenderla per sé, concedersela: mi voglio r. un bel cappotto foderato di pelliccia, o qualche giorno di vacanza ...
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grado1
grado1 s. m. [lat. gradus -us «passo, scalino», dallo stesso tema di gradi «camminare, avanzare»]. – 1. a. ant. Gradino, scalino: Scala drizzò di cento gradi e cento (T. Tasso). Più raram., passo: [...] t di motto). Per il g. apofonico, v. apofonico. g. In grammatica, grado di un aggettivo, la misura in cui la qualità espressa dall’aggettivo è posseduta da una persona o cosa, sia insé, sia rispetto ad altri termini di paragone, e le modificazioni ...
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quello
quéllo agg. e pron. dimostr. [lat. eccu(m) ĭlle, accus. eccu(m) ĭllum]. – Indica in genere cosa o persona lontana nello spazio o nel tempo da chi parla e da chi ascolta, o che nel discorso è considerata [...] subire troncamento quando è seguito dal pron. relativo che, spec. se ha valore neutro (per es.: faccio quel che mi pare). cosa dev’essere quella. 3. letter. In locuzioni avv. o congiuntive con valore temporale: in quella, in quello, in quel mentre, in ...
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vincere
vìncere v. tr. [lat. vĭncĕre] (pres. io vinco, tu vinci, ecc.; pass. rem. vinsi, vincésti, ecc.; part. pass. vinto). – 1. a. Sopraffare l’avversario in armi, in guerra o in uno scontro qualsiasi, [...] assedio, con la fame, con l’astuzia; con compl. ogg. di cosa, in espressioni come: v. la battaglia, v. la guerra, v. uno scontro la sua timidezza; con valore o uso rifl., v. sé stesso o vincersi, dominarsi, sapersi controllare: grandissima gloria v’è ...
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meglio
mèglio avv. e agg. [lat. mĕlius, neutro di melior -oris (v. migliore)]. – 1. avv. a. Funge da comparativo dell’avv. bene, e significa perciò più bene, in modo migliore: oggi mi sento m.; riesce [...] le regioni: il m. sarto della città; s’è preso per sé la m. roba; i m. vestiti del suo guardaroba; méttiti le anche il femm. la meglio, che in genere sottintende un nome: la m. sarà non parlarne più (la miglior cosa, la soluzione più saggia; e così: ...
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mandare
v. tr. [lat. mandare «affidare», prob. da man(um) dare «dare la mano»]. – 1. ant. Ordinare, comandare, dare un incarico (cfr. mandante e mandato): incontanente mandò che i due giovani fossero [...] pieno di buone speranze; lo mandò in santa pace, con Dio, se lo levò di torno. Più genericam., m. in giro, con più accezioni, far ); m. a compimento, m. a effetto qualche cosa; m. in estasi, estasiare; m. in fumo, rendere vano, dissipare; m. per le ...
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NOUMENO
Guido Calogero
. Termine filosofico, originario della filosofia platonica ma messo in uso specialmente da quella kantiana. Per Platone, νοεῖν ("intelligibili") o "intellette": participio presente passivo del verbo νοεῖν "intelligere")...
Potere di fatto sulla cosa che si esprime attraverso il compimento di atti corrispondenti all’esercizio di un diritto reale (art. 1140 c.c.), per cui un soggetto, indipendentemente dal fatto che sia o no titolare del diritto di proprietà o di...