notare2
notare2 v. tr. [dal lat. notare «contrassegnare», der. di nota «nota»] (io nòto, ecc.). – 1. a. letter. Distinguere con un segno, segnare: n. gli errori di un compito; n. con un segno sul margine [...] (notate bene) lo strisciava col lato destro (Manzoni); fare un’osservazione, rilevare qualche cosain modo da chiarirla a sé e ad altri: come l’autore stesso nota in altro punto. 3. letter. a. Giudicare qualcuno per il suo comportamento: tutti gli ...
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grande
agg. [lat. grandis]. – Quando è premesso al sostantivo che determina, può avere l’elisione davanti a vocale (con grand’impegno, una grand’emozione), mentre davanti a consonante, e anche davanti [...] , la difficoltà di una cosa: incontrare grandi ostacoli; essere in un grand’impiccio; stare in gran pensiero; provare un gran potenze (v. potenza, n. 3 c). Sublime, potente: Donna, se’ tanto grande e tanto vali (Dante, della Madonna); Dio solo è ...
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nulla
pron. indef., s. m. e avv. [lat. nūlla, neutro pl. dell’agg. nullus -a -um «nessuno»], invar. – Come pron. e sost., nessuna cosa; come avv., in nessuna quantità o misura, e sim. Coincide quasi [...] , non mi ha danneggiato, non ha avuto effetto su di me (in bene o in male), ecc.; non fa n., non ha importanza; non se ne fa n. (tosc. di n.), la cosa non si fa, non procede; cosa da n., di nessun valore o importanza, che non presenta difficoltà o ...
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presentare
preṡentare v. tr. [dal lat. tardo praesentare, der. di praesens -entis: v. presente1)] (io presènto, ecc.). – In genere, portare alla vista d’altri, mostrare. 1. Con compl. oggetto di cosa: [...] sudici vestiti rossi, due facce scomunicate, due monatti (Manzoni); in senso fig., di cosa, capitare, verificarsi: quando si presenti l’occasione favorevole, ne approfitterò; se dovesse presentarsi qualche ostacolo, fammelo sapere; di idee, pensieri ...
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rendere
rèndere v. tr. [lat. rĕddĕre, comp. di red- e dare, con influsso di prendere] (pass. rem. io rési [letter. rendéi, rendètti], tu rendésti, ecc.; part. pass. réso [ant. renduto]). – 1. Dare ad [...] prov.). b. Ridare ad altri cosa che aveva perduta: quella cura gli ha reso le forze, la salute; se Dio gli renderà la ragione; gli o poi la cattiva azione compiuta. d. letter. Dare qualche cosa dovuta in seguito a una promessa o a un voto: O natura, ...
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odio
òdio s. m. [dal lat. odium, der. di odisse «odiare»]. – 1. Sentimento di forte e persistente avversione, per cui si desidera il male o la rovina altrui; o, più genericam., sentimento di profonda [...] fare qualche cosain o. a qualcuno, per ostilità che si prova verso di lui, quindi agire a suo danno; fig., in o. al vero, in o. alla legge, contro la verità, contro la legge. Per estens., avere in o. sé stesso, essere in o. a sé stesso, condannare ...
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mai
avv. [lat. magis «più»; v. ma’2 e ma1]. – 1. Nell’uso ant., con sign. vicino a quello etimologico, e di solito in unione o in corrispondenza con un non, equivale a «più»: Pensa che questo dì mai [...] , in qualche caso», serve a esprimere incredulità, scarsa probabilità, a mostrare sorpresa, ad affacciare timidamente un’ipotesi o una speranza e sim.: chi mai lo crederebbe?; come mai è accaduto questo?; quando mai s’è vista una cosa simile?; se mai ...
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forza
fòrza s. f. [lat. tardo fŏrtia, der. di fortis «forte1»]. – 1. In generale, la qualità o la condizione d’esser forte, e insieme anche la causa che dà la possibilità d’esser forte. Con riferimento [...] la volontà dell’obbligato. c. Locuzioni: di forza, con la violenza, di prepotenza: entrò di f. in casa nostra. Per forza, di cosa che si faccia contro la propria volontà, perché obbligati, perché non se ne può fare a meno: ci son dovuto andare per f ...
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pretendere1
pretèndere1 v. tr. e intr. [dal lat. praetendĕre, propriam. «tendere innanzi», quindi «addurre a pretesto», comp. di prae- «pre-» e tendĕre «tendere»] (coniug. come tendere). – 1. tr. Sostenere, [...] asserire qualche cosa con fermezza e accanimento contro opinioni più accreditate, o in contrasto con la realtà: fare qualcosa di superiore alle proprie possibilità, facendo stima eccessiva di sé: pretenderebbe di superare con un salto un muro di 150 ...
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peccato
s. m. [lat. peccatum, der. di peccare «peccare»]. – 1. a. In generale, trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini: il concetto [...] nel linguaggio comune: p. attuale, l’atto insé di una colpa, in contrapp. al p. abituale, consistente nel persistere non averci né colpa né p., non essere responsabile di qualche cosa; (esser) brutto come il p., bruttissimo, detto generalmente di ...
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NOUMENO
Guido Calogero
. Termine filosofico, originario della filosofia platonica ma messo in uso specialmente da quella kantiana. Per Platone, νοεῖν ("intelligibili") o "intellette": participio presente passivo del verbo νοεῖν "intelligere")...
Potere di fatto sulla cosa che si esprime attraverso il compimento di atti corrispondenti all’esercizio di un diritto reale (art. 1140 c.c.), per cui un soggetto, indipendentemente dal fatto che sia o no titolare del diritto di proprietà o di...