sicuro (ant. securo) [lat. secūrus "tranquillo, senza preoccupazioni", comp. di se-, che indica separazione o privazione, e cura "preoccupazione"]. - ■ agg. 1. [che è al riparo da pericoli o rischi: un [...] ↔ incerto, insicuro. b. [che ha piena fiducia insé stesso, nelle proprie capacità: un uomo s.] ≈ baldanzoso 1. [condizione o luogo sicuri: stare al s.] ≈ riparo. 2. (estens.) [cosa sicura: dare per s.] ≈ certo. ↔ incerto. ▲ Locuz. prep.: di sicuro 1 ...
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rivelare [dal lat. revelare "togliere il velo", der. di velum "velo", col pref. re-] (io rivélo, ecc.). - ■ v. tr. 1. [far conoscere una cosa sconosciuta o nascosta: r. un nome] ≈ (non com.) dissigillare, [...] a una cosa delicata, riservata e sim.] (fam.) spifferare. ↔ nascondere, occultare, (lett.) ricoprire, tacere, tenere per sé. 2. r. qualità insospettabili] ≈ dimostrare, manifestare, mettere in luce, mostrare. 3. (tecnol.) [rendere osservabile ...
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Fabio Rossi
noia. Finestra di approfondimento
Noia come fastidio - Il sost. n. oscilla tra due sign. diversi: quello di «forte fastidio, dolore» e quello di «insoddisfazione causata da monotonia e sim.». [...] gratificante ecc.», n., che è termine assai com., non ha sinon. se non lett., quali tedio e uggia: la lima è un tedio, voce di quel vento e in quel fragore sentire, come da un’infinita lontananza, la vanità d’ogni cosa e il tedio angoscioso della ...
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maledetto /male'det:o/ (ant. o tosc. maladetto) [part. pass. di maledire]. - ■ agg. 1. a. (teol.) [colpito da maledizione: le anime m. dell'Inferno] ≈ dannato, malnato. ↔ beato, benedetto. b. (estens.) [...] [di cosa che sembra recare insé danni e dolori e pare trasmetterli ad altri: è una casa, una terra m.] ≈ dannato, disgraziato, (non com.) malavventurato, (fam.) scalognato, (fam.) scarognato, sciagurato, sfortunato, sventurato. ↔ benedetto, ...
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meno /'meno/ [lat. mĭnus, neutro (con valore avv.) di minor, compar. di parvus "piccolo"]. - ■ avv. 1. a. [comparativo di minoranza di poco: vorrei spendere m.; lavorare m.] ↔ di più. ● Espressioni (con [...] parla né più né m. come se fosse lui il capo] ≈ esattamente, proprio; più o meno [in modo approssimativo: è andata più o Espressioni: meno male [esclam. con cui si esprime soddisfazione per cosa che si sia risolta bene: sono tutti salvi? m. male!] ...
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tentare v. tr. [lat. temptare e tentare (prob. due verbi di diversa origine, confusisi già in latino)] (io tènto, ecc.). - 1. (lett.) [toccare leggermente: il mio duca mi tentò di costa, Dicendo: "Parla [...] sperimentare. d. [indurre ad agire in un certo modo, risultare allettante, spec. con riferimento a cosa che non appare facile, opportuna o riuscito a trovare il numero giusto al primo tentativo. Se, come nel precedente es., con tentativo si intende ...
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testa /'tɛsta/ s. f. [dal lat. tardo testa "cranio, testa", in origine "guscio, vaso"]. - 1. [parte del corpo animale e umano in cui si apre la bocca e che contiene il cervello e gli organi di senso specifico: [...] senno. ↔ rinsavire, tornare insè. □ avere in testa 1. [avere buona conoscenza di qualcosa: ho in t. tutti i dati del problema] ≈ conoscere (o sapere) a menadito. ↔ ignorare. 2. [avere intenzione di fare qualcosa: chissà cosa ha in t.] ≈ architettare ...
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episodio /epi'zɔdjo/ s. m. [dal gr. epeisódion, comp. di epí "dopo" e éisodos "ingresso"]. - 1. (crit.) [fatto secondario o comunque insé concluso che s'inserisce nell'azione principale di un romanzo, [...] più azioni staccate: film a episodi] ≈ puntata. 3. (fig.) a. [cosa che accade nella vita: un e. triste, lieto] ≈ (non com.) , avventura, caso, evento, fatto, vicenda. ‖ pagina. b. [cosa che accade occasionalmente e sim.: quello non fu che un e.] ...
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Fabio Rossi
essere. Finestra di approfondimento
Il verbo e., tra le parole più frequenti dell’italiano, ha un doppio valore: lessicale (cioè con sign. pieno e quindi con sinon.) e grammaticale (vale a [...] alla costruzione non marcata, che relegherebbe cosa all’ultimo posto: voglio farti vedere una cosa). Forma più lett. di esserci e propri, anche se le ultime due frasi possono avere un equivalente, rispettivam., in mi chiamo Alessio e in Gianni fa l’ ...
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usare /u'zare/ [lat. ✻usare, der. di usus, part. pass. di uti "usare"]. - ■ v. tr. 1. a. [fare funzionare un oggetto piegandolo agli scopi per i quali è stato costruito, ideato e sim.: sai u. il computer?] [...] e sfruttatore (con il sinon. region. pappone). Se riferito a cosa, sfruttare può avere l’accezione negativa di esaurire, i der. di u. è assai com. usato, con cui si intende, in contrapp. a nuovo, ciò che è già stato posseduto da altri (detto anche ...
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NOUMENO
Guido Calogero
. Termine filosofico, originario della filosofia platonica ma messo in uso specialmente da quella kantiana. Per Platone, νοεῖν ("intelligibili") o "intellette": participio presente passivo del verbo νοεῖν "intelligere")...
Potere di fatto sulla cosa che si esprime attraverso il compimento di atti corrispondenti all’esercizio di un diritto reale (art. 1140 c.c.), per cui un soggetto, indipendentemente dal fatto che sia o no titolare del diritto di proprietà o di...