consapevolezza
consapevolézza s. f. [der. di consapevole]. – L’esser consapevole; cognizione, coscienza: avere c. delle proprie responsabilità; agire con piena c.; la c. del male fatto può essere principio [...] di pentimento ...
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passo2
passo2 s. m. [lat. passus -us, der. di pandĕre «aprire, stendere», part. pass. passus; in origine, quindi, «apertura delle gambe nel camminare; spazio compreso in questa apertura», da cui «passo» [...] grave o impegnativa; prov., è solo il primo p. quello che costa, una volta superate le difficoltà o la riluttanza della coscienza, l’indecisione a compiere per la prima volta un determinato atto (anche colpevole), o ad affrontare una nuova situazione ...
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sintesi
sìnteṡi s. f. [dal lat. tardo synthĕsis, gr. σύνϑεσις «composizione», der. di συντίϑημι «mettere insieme» (comp. di σύν «con, insieme» e τίϑημι «porre»)]. – In generale, composizione, combinazione [...] un soggetto a un predicato mediante la copula. b. In Kant, ogni forma di unificazione del molteplice operata dalla coscienza (come, per es., quella dell’intelletto che unisce mediante le categorie la molteplicità dei dati spazio-temporali): s ...
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ecogastronomico
(eco-gastronomico), agg. Tipico della gastronomia che utilizza prodotti e sistemi di preparazione dei cibi rispettosi dell’ambiente. ◆ A Londra si fa la fila per un posto da Marco Pierre [...] di definire le strategie future dell’associazione mettendo a frutto il lavoro degli ultimi venti anni allargando il concetto di coscienza eco-gastronomica ad altre sfere «contigue» di cultura identitaria, il folklore, la musica, i costumi e le lingue ...
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legge
légge s. f. [lat. lex lĕgis, prob. affine a lĕgĕre, come equivalente del gr. λέγω «dire»]. – In generale, ogni principio con cui si enunci o si riconosca l’ordine che si riscontra nella realtà [...] , per es., nel giusnaturalismo) che l’uomo abbia in sé connaturati; l. morale, regola d’azione che l’uomo trova nella propria coscienza, e che gli serve di guida per discernere il bene dal male; l. divina, la somma dei principî religiosi dati da Dio ...
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leggere
lèggere v. tr. [lat. lĕgĕre, propr. «raccogliere», affine al gr. λέγω «raccogliere; dire»] (io lèggo, tu lèggi, ecc.; pass. rem. lèssi, leggésti, ecc.; part. pass. lètto). – 1. a. Scorrere con [...] ); Se a ciascun l’interno affanno Si leggesse in fronte scritto (Metastasio). Similmente, l. nel cuore, nell’anima, nella coscienza di qualcuno, scoprire i suoi sentimenti riposti; l. il pensiero (v. lettura, n. 2 c). e. Interpretare altri segni ...
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nozione
nozióne s. f. [dal lat. notio -onis, der. di noscĕre «conoscere», part. pass. notus]. – 1. a. Genericam., conoscenza, cognizione di qualche cosa attinente alla vita reale: avere, possedere la [...] o diritti; non ha la minima n. del modo con cui ci si deve comportare in società. Con sign. più vicino a coscienza, consapevolezza: perdere la n. del tempo, del luogo dove ci si trova; smarrire temporaneamente la n. della realtà, e sim. b. Idea ...
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leggerezza
leggerézza s. f. [der. di leggero]. – 1. L’esser leggero, qualità di ciò che è leggero (che ha cioè poco peso): l. di una stoffa, di un gas; ha la l. di una piuma; lega metallica, materiale [...] serietà, incostanza, volubilità, riferito alla persona o agli atti: uomo, donna di grande l.; l. d’animo, di mente, di coscienza; parlare, agire, comportarsi con l., con troppa l.; sei stato di una l. imperdonabile. In senso concr., atto di persona ...
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strafare
v. intr. [comp. di stra- e fare2] (io strafò o strafàccio, tu strafài, egli strafà, ecc.; nel resto, coniug. come fare; aus. avere). – Fare più del necessario o del conveniente (per smania d’azione, [...] eccessivo zelo, ecc.): non gli basta fare, deve sempre s.!; ha voluto s., e ha rovinato tutto; la novità consisteva nella semplicità del dire, nel tono dimesso delle parole, ... nella volontà diventata coscienza di non s. in nessuna direzione (Saba). ...
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avvedersi
avvedérsi v. intr. pron. [der. di vedere] (coniug. come vedere). – Accorgersi, acquistare coscienza di qualche cosa: Vassene ’l tempo e l’uom non se n’avvede (Dante); don Abbondio (il lettore [...] se n’è già avveduto) non era nato con un cuor di leone (Manzoni); s’avvide facilmente dell’errore; mi avvidi di aver esagerato (o che avevo esagerato); l’ho fatto quasi senza avvedermene; prov., chi asino ...
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Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori.
Diritto
Libertà di c. Diritto di sentire e professare opinioni e fedi religiose...
È la consapevolezza che il soggetto ha del suo oggetto, e non può separarsi da quella che il soggetto ha di sé come oggetto. Il problema della sua interpretazione filosofica viene in primo piano nella filosofia moderna, con Campanella e Cartesio;...