apostasia
apostaṡìa s. f. [dal lat. tardo apostasia, gr. ἀποστασία «defezione», der. di ἀϕίστημι «distaccarsi»]. – 1. Ripudio, rinnegamento della propria religione per seguirne un’altra. In partic., [...] parziale) della fede da parte di un battezzato, manifestato esteriormente in modi non equivoci e con la volontà e coscienza di abbandonarla (il passaggio ad altra fede è solo una circostanza aggravante). Con sign. più specifico: a. dalla religione ...
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scuotere
scuòtere (pop. o poet. scòtere) v. tr. [lat. tardo *exquŏtĕre, rifacimento del lat. excutĕre (comp. di ex- e quatĕre «scuotere»)] (io scuòto, ecc.; pass. rem. scòssi, scotésti, ecc.; part. pass. [...] con forza, tenendolo per lo più per le spalle o per le braccia, spec. per svegliarlo o per fargli riprendere coscienza (anche fig., sollecitarlo per distoglierlo da uno stato di torpore, di pigrizia, di apatia); quindi, s. dal sonno, in senso ...
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dormiglioso
dormiglióso agg. [der. di dormire], letter. – Sonnacchioso, assonnato; anche fig., dell’indole di una persona, dell’attività della mente, e sim.: coscienza d. fu detta quella che è negligente [...] a conoscere il vero (Rosmini) ...
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dormire
v. intr. [lat. dŏrmire] (io dòrmo, ecc.; aus. avere). – 1. Riposarsi col sonno, essere in stato di sonno: d. su un buon letto, sul divano, sulla poltrona; d. disteso, sul fianco, supino, bocconi; [...] sonno mio, nel sonno ch’io dormivo (D’Annunzio); d. il sonno del giusto, avere un sonno tranquillo, proprio di chi ha la coscienza a posto (ma, al plur., d. il sonno dei giusti, essere morto). Dormire la grossa (anche, e più spesso, della grossa e ...
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calloso
callóso agg. [dal lat. callosus]. – 1. Pieno di calli: mani c.; o che presenta l’ispessimento, l’indurimento caratteristico dei calli: parte c., protuberanza c.; fig., coscienza c. (più com. [...] incallita), che non sente più il rimorso. 2. In botanica, di un organo di pianta (per lo più del margine di una foglia), quando ha prominenze più rigide del resto e di solito bianche. 3. In medicina, corpo ...
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debito2
débito2 s. m. [dal lat. debĭtus, neutro sostantivato del part. pass. di debere «dovere»; propr. «ciò che è dovuto»]. – 1. Il dovere, spec. in quanto imposto da una legge morale: è d. dei genitori [...] figli; è d. dei cittadini rispettare le leggi; assolvere il proprio d. verso la patria, verso la società; per d. di coscienza. Con senso più generico, essere, sentirsi in d. verso qualcuno, essere o sentirsi impegnati verso di lui: non mi sento in d ...
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indignazione
indignazióne (ant. indegnazióne) s. f. [dal lat. indignatio -onis, der. di indignari «sdegnarsi»]. – 1. Stato dell’animo indignato, risentimento vivo soprattutto per cosa che offende il [...] senso di umanità, di giustizia e la coscienza morale: fatti che suscitano i.; muovere, provocare, suscitare la pubblica i.; manifestare la propria i.; diedi sfogo alla mia i.; atti d’indegnazione e di disprezzo con cui ciascuno guarda il carnefice ( ...
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ratificare
v. tr. [dal lat. mediev. ratificare, der. della locuz. lat. ratum facĕre (propr. «rendere valido, confermato»: v. rato), sul modello dei verbi in -ficare] (io ratìfico, tu ratìfichi, ecc.). [...] presidente non ha voluto r. l’operato del direttore generale; o confermare, in senso ampio: dovunque il grido della vostra coscienza è ratificato dal consenso dell’Umanità, ivi è Dio (Mazzini); non com., confermare un atto proprio: r. le precedenti ...
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operare
(ant. o poet. oprare; ant. ovrare) v. intr. e tr. [lat. operari «lavorare, essere attivo», der. di opus opĕris «opera, lavoro»] (io òpero, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. intr. a. Agire: [...] chi mal oprando si confida Ch’ognor star debbia il maleficio occulto (Ariosto); o. rettamente; o. secondo ragione, secondo coscienza; o. da uomo, da cristiano, da forte, da vile, da incosciente. c. In matematica, eseguire operazioni o un’operazione ...
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trasportare
(ant. transportare) v. tr. [dal lat. transportare, comp. di trans- «trans-» e portare «portare»] (io traspòrto, ecc.). – 1. a. Portare al di là, portare oltre: t. le truppe al di là del fiume; [...] quasi rifl. (o di intr. pron.) per significare il muoversi di persona assorta, che si sposta altrove senza averne piena coscienza: Già m’avean trasportato i lenti passi Dentro a la selva antica (Dante); comandato a tutta la sua famiglia che solo ...
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Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori.
Diritto
Libertà di c. Diritto di sentire e professare opinioni e fedi religiose...
È la consapevolezza che il soggetto ha del suo oggetto, e non può separarsi da quella che il soggetto ha di sé come oggetto. Il problema della sua interpretazione filosofica viene in primo piano nella filosofia moderna, con Campanella e Cartesio;...