conazione
conazióne s. f. [dal lat. conatio -onis «tentativo, sforzo», der. di conari «tentare»]. – Termine di derivazione filosofica, usato, per es., da Spinoza per indicare la tendenza a persistere [...] designati come motivazionali) che comprende i desiderî, gli atti di volontà e in genere gli elementi «attivi» della coscienza, normalmente in contrapp. a cognizione ed emozione, onde la tripartizione dei fenomeni psichici in cognitivi, conativi ed ...
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sordo
sórdo agg. [lat. sŭrdus]. – 1. Riferito a persone (o anche ad animali): a. Mancante, in tutto o in parte, della facoltà di percepire i suoni: essere s. dalla nascita; essere s. da un orecchio, [...] chi finge di non capire o di chi non vuole capire. b. fig. Insensibile, indifferente: essere s. ai richiami della coscienza, alla voce del dovere; un’aristocrazia s. alle nuove esigenze storiche; per estens.: un animo s. a qualsiasi senso di umanità ...
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illusionismo
illuṡionismo s. m. [der. di illusione]. – 1. L’arte e la tecnica di eseguire azioni in modo da farle apparire come dovute a cause preternaturali, e di produrre, con varî accorgimenti, fenomeni [...] filosofia, il termine è stato talora adoperato, in senso peggiorativo, per indicare quelle dottrine che negano la possibilità di una conoscenza oggettiva e affermano che è possibile conoscere solo i fenomeni, intesi come semplici stati di coscienza. ...
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neuroetica
s. f. Lo studio del comportamento etico sulla base dei progressi compiuti nell’ambito delle neuroscienze. ◆ la Dana Alliance for Brain, l’organizzazione no profit che promuove la settimana [...] la mente umana con la medicina? [testo] […] La conoscenza delle basi neuronali del comportamento, della personalità e della coscienza possono influenzare le nostra stessa idea della natura umana e del vivere in società? Sono quesiti che richiedono ...
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neurofilosofia
s. f. Approccio filosofico basato sui più recenti progressi delle neuroscienze, che mettono in risalto la stretta connessione esistente tra mente e cervello. ◆ All’interno delle neuroscienze [...] in neurofilosofia, in quanto affrontano temi tipici del discorso filosofico quali l’identità, la libertà, la coscienza, la relazione mente-corpo che non possono più essere formulati prescindendo dai risultati ottenuti in campo scientifico ...
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neurofilosofo
s. m. Studioso che segue gli orientamenti della neurofilosofia. ◆ In modo audace il filosofo della mente Thomas Nagel, nel celebre articolo «Cosa si prova ad essere un pipistrello?», sosteneva [...] che «qualsiasi teoria della coscienza che tiene fuori l’aspetto soggettivo elude il problema». Per tentare di riempire questo «explanatory gap» (una lacuna esplicativa), i neurofilosofi hanno introdotto il termine «qualia» (plurale del latino «quale ...
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neuromarketing
s. m. inv. Lo studio dei meccanismi cerebrali che determinano le scelte relative al consumo di beni. ◆ Sei tu che compri o nel tuo cervello è nascosto un io onnipotente che spinge allo [...] shopping compulsivo? Molti vogliono credere alla seconda opzione. È utile per depotenziare le fitte della coscienza. Ma questa possibilità è anche molto altro: è il terreno di caccia degli studiosi di neuromarketing. (Gabriele Beccaria, Stampa, 29 ...
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godere
godére v. intr. e tr. [lat. gaudēre] (io gòdo, ecc.; fut. godrò, meno com. goderò, ecc.; condiz. godrèi, meno com. goderèi, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) a. Provare il sentimento di intima soddisfazione [...] che viene dal possesso o dalla contemplazione di un bene spirituale o materiale e dalla coscienza di tale possesso: chi si contenta gode; Così qua giù si gode E la strada del ciel si trova aperta (Petrarca). Con uso assol., trascorrere il tempo tra i ...
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aurorale
agg. [der. di aurora]. – 1. Dell’aurora: s’irraggiò alla luce a. (D’Annunzio); dell’aurora polare: raggi a.; zone a., le due calotte polari, in cui la frequenza delle aurore polari è relativamente [...] alta. 2. fig., letter. Incipiente, nascente, e sim.: un sentimento a.; avere una coscienza appena a. di qualche cosa; l’arte è intuizione pura ... intuizione affatto scevra di concetto e di giudizio, la forma a. del conoscere, senza la quale non è ...
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concepire
(ant. concèpere e concìpere) v. tr. [lat. concĭpĕre, comp. di con- e capĕre «prendere»] (io concepisco, tu concepisci, ecc.; part. pass. concepito, ant. concètto). – 1. Riferito a donna o ad [...] ; c. stima, affezione per qualcuno; come hai potuto c. un simile sospetto? b. Accogliere nell’intelletto, nella coscienza, quindi intendere, capire: io aveva concepito tutto il terribile significato di queste parole (Foscolo); non com., capacitarsi ...
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Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori.
Diritto
Libertà di c. Diritto di sentire e professare opinioni e fedi religiose...
È la consapevolezza che il soggetto ha del suo oggetto, e non può separarsi da quella che il soggetto ha di sé come oggetto. Il problema della sua interpretazione filosofica viene in primo piano nella filosofia moderna, con Campanella e Cartesio;...