tornare
v. intr. e tr. [lat. tornare «lavorare al tornio, far girare sul tornio», der. di tornus «tornio»] (io tórno, ecc.). – 1. intr. (aus. essere) Avviarsi, essere diretti al luogo da cui si era partiti [...] di moda le gonne lunghe; t. in possesso dei proprî beni; t. insé, t. in cervello; t. in grazia di Dio; tornano I grandi vi torna di biasimo, o che torna a vostro biasimo; sono cose che tornano in danno di chi le fa. d. Risultare esatto o preciso, ...
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venire
v. intr. [lat. vĕnire] (pres. indic. vèngo [ant. o poet. vègno], vièni, viène [poet. ant. vène], veniamo [ant. vegnamo], venite, vèngono [ant. o poet. vègnono]; pres. cong. vènga [ant. o poet. [...] verrò questo pomeriggio a casa tua, nel tuo ufficio; sono venuta in taxi. Se il verbo è di 2a persona, s’intende il luogo dov’è unita, v. avvenire1); di là da venire, lontano nel tempo: cose di là da v.; la mia promozione è purtroppo ancora di là ...
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tanto
agg., pron. e avv. [lat. tantus agg., tantum avv.]. – 1. agg. a. Al sing., riferito a cosa, così grande, in così gran quantità, e con sign. più determinati, così lungo, così ampio, così esteso, [...] prieghi Di t. intercessor nulla si nieghi (Metastasio). Al plur. (o al sing. collettivo), di cose, di persone e di animali, così numeroso, in così gran numero: che se ne fa di t. soldi?; devo pensare anche per lui, con t. grattacapi che ho?; perché ...
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meraviglia
meravìglia (tosc. o letter. maravìglia) s. f. [lat. mīrabĭlia, propr. «cose meravigliose» (pl. neutro dell’agg. mīrabĭlis «mirabile, meraviglioso»), con alterazione della quantità e del timbro [...] dipinsi (Dante); per lo più al plur.: faceva le m. come se non ne avesse mai sentito parlare; è una cosa normalissima e non città; le m. della scienza (cioè le cose meravigliose scoperte o inventate dalla scienza). In partic., le sette m. del mondo, ...
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vero
véro agg. e s. m. [lat. vērus, e sostantivato vērum, neutro]. – 1. agg. a. Che è realmente ciò che dice il suo nome (contrapp. ora a falso, ora a presunto o immaginario): Cristo, v. Dio e v. uomo; [...] essenza delle cose (con quest’uso sostantivato, non è rara nel linguaggio poet. la forma apocopata ver). a. In senso ampio e vero in ciò che dice. L’espressione dire il v. è frequente in senso fig.: se la memoria, se gli occhi mi dicono il v., se non ...
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meno
méno avv. e agg. [lat. mĭnus, neutro (con valore avverbiale) di minor, compar. di parvus «piccolo»]. – 1. avv. a. Funge da comparativo dell’avv. poco; significa quindi più poco, in minor quantità, [...] numero complessivo di determinate persone o cose, e si usa talvolta in segno di sollievo o di maligna soddisfazione: se n’è voluto andare? benissimo, uno di meno! Con sign. analogo, in meno, in numero minore: noi siamo in meno (per un altro uso della ...
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senso
sènso s. m. [lat. sēnsus -us, der. di sentire «percepire», part. pass. sensus]. – 1. a. La facoltà di ricevere impressioni da stimoli esterni o interni (affine quindi a sensibilità): gli animali [...] sensazioni interne, di natura fisica o, talora, psichica, spec. se non ben definite: avvertire un s. di fame; provare un s contenuto d’idee sostanzialmente valido (in questa accezione si usa solo al sing.): cerca di dire cose che abbiano senso (o che ...
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possibile
possìbile agg. [dal lat. possibĭlis, der. di posse «potere»]. – 1. a. In senso assoluto e oggettivo, detto di tutto ciò che può esistere in quanto non contraddice alle leggi generali dell’essere, [...] quasi proverbiale che, a seconda dei casi, esprime una visione ottimistica o pessimistica delle cose mondane. In senso soggettivo, detto di tutto ciò che non si sa se avverrà oppure no, o anche di ciò che sembra avere qualche probabilità di esito ...
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faccia
fàccia s. f. [lat. facies «forma, aspetto, faccia», affine a facĕre «fare»] (pl. -ce). – 1. a. Parte della testa dell’uomo, situata inferiormente alla parte anteriore del cranio, costituita da [...] dire di no; di salvarci l’anima o, se questo è pretendere troppo, di non perdere la f.? (Claudio Magris); uomo a due f., finto, doppio. d. Locuzioni: a f., in f., sulla f., davanti: dire le cosein f., francamente, apertamente, non come chi le manda ...
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potere2
potére2 v. tr. [lat. *pŏtēre, per il class. pŏsse, rifatto sul participio potens e sulle altre forme in pot- della coniugazione (potes, poteram, ecc.)] (nella coniugazione si alternano i temi [...] osare, avere il coraggio di: come potete affermare queste cose?; come puoi dire una simile menzogna?; e tu hai , operose Rime il dolor che deve albergar meco (Foscolo); e in forma tronca: Se sì alto pon gir mie stanche rime (Petrarca). Per l’indic ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...