morire
v. intr. [lat. *mŏrīre per il lat. class. mŏri] (pres. muòio, muòri, muòre, moriamo, morite, muòiono [pop. mòio, mòri, mòre ..., mòiono; ant. o dial. mòro ..., mòrono]; cong. pres. muòia ..., [...] non sappiamo ancora di che morte dobbiamo m., come andranno le cose, quale sarà la nostra sorte; voglio sapere di che morte ; Tu m’hai morto il fratello, o traditor (Carducci). Anche in senso fig.: se i tuoi vizj, e gli anni, e sorte rea Ti han morto ...
Leggi Tutto
dire
(ant. dìcere) v. tr. [lat. dīcĕre] (pres. dico, dici [ant. o pop. di’], dice, diciamo, dite, dìcono; imperf. dicévo, ecc.; pass. rem. dissi, dicésti, ecc.; fut. dirò, ecc.; condiz. dirèi, ecc.; [...] grossa, hai detto uno sproposito; dirsela con qualcuno, essere d’accordo, spec. incose segrete o non molto oneste; anche di cose: se la dice col vino (gli piace); l’aceto non se la dice con la ricotta; il colore arancione non dice bene col rosso ...
Leggi Tutto
immaginare
(letter. imaginare) v. tr. [dal lat. imaginari, lat. tardo imaginare, der. di imago -gĭnis «immagine»] (io immàgino, ecc.). – In genere, rappresentare alla propria fantasia persone, cose, [...] avrà pensato di noi. O riguardo a cose future: m’immagino già quello che ci paesaggio; non puoi i. quanto mi dispiaccia. In alcuni casi, il sign. del verbo è che accetterò, puoi esserne ben sicuro; immàginati se è capace di tanto, per dire, con ironia ...
Leggi Tutto
discorrere
discórrere v. intr. [dal lat. discurrĕre («correre qua e là», poi fig.), comp. di dis-1 e currĕre «correre»] (coniug. come correre; aus. essere nel sign. 1, avere nel sign. 2). – 1. letter. [...] non si vorrebbe (ma spesso ha altro senso: «se volessi parlare, potrei dire cose che ti dispiacerebbero»); si fa per d., si fa discorre perché ha la bocca, di chi parla fuori di proposito. In altri casi, ha sign. più vicino a chiacchierare: gli piace ...
Leggi Tutto
partire
v. tr. e intr. [lat. partire o partiri «dividere», der. di pars partis «parte»] (io parto, ecc.; nel sign. di «dividere» e «spartire» anche io partisco, tu partisci, ecc.). – 1. tr., ant. o letter. [...] : essendosi alquanto partito il cavaliere ..., la domandò se bolognese fosse o forestiera (Boccaccio). Da questi sign origine, con riferimento a cose che, anche senza essere in movimento, hanno un’estensione in lunghezza: dalla piazza partono ...
Leggi Tutto
grazia
gràzia s. f. [dal lat. gratia, der. di gratus «gradito; riconoscente»]. – 1. Qualità naturale di tutto ciò che, per una sua intima bellezza, delicatezza, spontaneità, finezza, leggiadria, o per [...] con più g.!, a chi si comporta o fa le cose sgarbatamente. c. Riferito a cose, e in partic. a ciò che è prodotto dall’arte, dall’ .; ha avuto una g.; Iddio gli ha fatto la g. di guarirlo; se Dio mi fa la g. di vivere fino allora (qui con uso estens ...
Leggi Tutto
troppo
tròppo avv., agg. e s. m. [ant. adattamento del fr. trop, voce di origine germanica che significò dapprima «molto, quantità»; cfr. truppa]. – 1. avv. a. In misura eccessiva, più del giusto o di [...] speso t.; hai ancora t. da imparare; mi pare di aver detto anche troppo (cioè troppe cose, più di quanto dovevo); sarebbe pretendere t. se ti chiedessi di lasciarmi in pace?; Cesare fui e son Iustinïano, Che, per voler del primo amor ch’i’ sento, D ...
Leggi Tutto
tirare
v. tr. e intr. [lat. *tirare, di etimo incerto]. – 1. tr. a. Applicare una forza a un oggetto per metterlo in movimento o per spostarlo, per modificarne la forma, ecc.: t. su, giù (v. anche oltre, [...] l’ordine di precedenza; usato assol. o in espressioni ellittiche: se nessuno si sente di farlo, tiriamo a sorte (o a chi tocca). h. T. in ballo, chiamare in causa, coinvolgere in una situazione persone o cose che hanno poca o nessuna pertinenza, che ...
Leggi Tutto
segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, [...] si comporta così, è s. che vuole litigare; se non risponde, è s. che non è in casa; se non mangia è s. che non ha appetito. Assol., e in tono esclam., buon s.!, cattivo s.!, brutto s.!, a proposito di cose che sono o si ritengono di buono o cattivo ...
Leggi Tutto
occasione
occaṡióne s. f. [dal lat. occasio -onis, der. di occasum, supino di occidĕre «cadere»; propr. «avvenimento, caso»; cfr. l’allotropo cagione]. – 1. a. Circostanza o concorso di circostanze che [...] o. di vederlo, salutalo da parte mia; nel mio viaggio ho avuto o. d’imparare tante cose; ha avuto ottime o. di matrimonio e se l’è lasciate sfuggire; a buon rendere in altra o.; alla prima o., non appena si presenti una possibilità: ha minacciato di ...
Leggi Tutto
Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...