cristofobico
agg. Che si rifiuta di prendere in considerazione la figura di Cristo e il cristianesimo. ◆ anche dopo Auschwitz e i gulag, «la libertà di indifferenza ha vinto», dice [George] Weigel riferendosi [...] al testo «cristofobico» approvato dai costituenti europei. (Martino Cervo, Libero, 2 giugno 2005, p. 24, Cultura).
Composto dal nome proprio (Gesù) Cristo e dall’agg. fobico ...
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lettorato
s. m. [der. di lettore]. – 1. Nella Chiesa cattolica, prima della riforma liturgica, il secondo dei quattro ordini minori, cioè l’ufficio del «lettore», cui spettava, nei primi secoli del cristianesimo, [...] la lettura dei libri sacri, compreso il Vangelo, nelle sacre funzioni; tale ufficio, trasferito successivamente ai diaconi e ai suddiaconi, è stato ripristinato, anche senza l’ordine corrispondente, come ...
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peccato
s. m. [lat. peccatum, der. di peccare «peccare»]. – 1. a. In generale, trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini: il concetto [...] infrazione o abbandono delle leggi che ne sono il fondamento, quindi anche violazione dell’ordine voluto da Dio; il cristianesimo eredita questa nozione ma la reinterpreta secondo la nuova etica dell’amore e della speranza, ritrovando l’origine del ...
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necropoli
necròpoli s. f. [dal gr. νεκρόπολις (comp. di νεκρο- «necro-» e πόλις «città»), che indicava propr. i sepolcri sotterranei di Alessandria d’Egitto]. – In archeologia, aggruppamento di sepolture [...] di epoche precedenti al cristianesimo (per le sepolture cristiane si usa di preferenza il termine cimitero), che generalmente costituisce, per l’importanza che il culto dei morti e le credenze nell’oltretomba hanno avuto presso gli antichi, una ...
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vescovo
véscovo s. m. [lat. epĭscŏpus, dal gr. ἐπίσκοπος, propr. «ispettore, sovrintendente»]. – 1. Nel periodo ellenistico, soprintendente a varî uffici di carattere sacro o profano. 2. a. Nel cristianesimo [...] primitivo, e in molte Chiese cristiane non cattoliche, il capo di una comunità di fedeli, in posizione più elevata rispetto agli altri ordini del ministero ecclesiastico (presbiteri, diaconi, laici). b. ...
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Gesu
Geṡù [dal lat. Iesus, o anche Ihesus, gr. ᾿Ιησοῦς, che corrispondono alla forma ebr. Yēshūa῾, e quindi altra forma del nome Giosuè]. – Nome, di solito seguito dall’apposizione Cristo (v.), del fondatore [...] del cristianesimo e della Chiesa, figlio di Dio secondo la fede cristiana, incarnatosi e fattosi uomo per la redenzione dell’umanità. Nell’uso corrente, la forma intera del nome Gesù Cristo è sentita come solenne e letter.; comunissimo invece e più ...
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islamismo
s. m. [der. di islam]. – La religione fondata in Arabia da Maometto († 632 d. C.), in cui confluiscono elementi tratti dal paganesimo arabo, dal cristianesimo e dal giudaismo, oltre che idee [...] e norme personali di Maometto stesso: basata sulla credenza nell’unità di Dio (Allah) e sulla qualità di profeta di Maometto, è codificata nel Corano. Anche, il sistema politico, sociale e culturale strettamente ...
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preesistere
preeṡìstere v. intr. [lat. tardo praeexsistĕre, comp. di prae- «pre-» e exsistĕre «esistere»] (aus. essere). – Esistere prima, anteriormente a qualche cosa (a una data, a un fatto, a un avvenimento, [...] nell’arte italiana elementi di prospettiva; l’idea che l’anima sia immortale preesiste alla concezione del cristianesimo; non preesistono vincoli o condizioni che possano invalidare il contratto che stiamo per sottoscrivere. Si dice spec ...
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-ismo
[dal lat. -ismus, gr. -ισμός]. – Suffisso di molti vocaboli astratti, taluni derivati dal greco (dove hanno origine verbale) e i più formati posteriormente (tratti in genere da sostantivi o aggettivi), [...] ). In pochi casi, il suffisso è stato sostituito definitivamente o di preferenza da -ésimo (come in cristianesimo, urbanesimo, protestantesimo, carduccianesimo). Il largo uso che negli ultimi decennî si è fatto di questo suffisso, soprattutto ...
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scriba
s. m. [dal lat. scriba, der. di scribĕre «scrivere»] (pl. -i). – 1. a. letter. ant. Scrivano, amanuense; talvolta, trascrittore: Ché a sé torce tutta la mia cura Quella materia ond’io son fatto [...] copiatura di atti e documenti, per lo più alle dipendenze di magistrati e funzionarî, e, dopo l’affermazione del cristianesimo, monaco dedito alla trascrizione di codici per conto del vescovato o del proprio monastero; a partire dal 13° secolo, più ...
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La religione rivelata da Gesù Cristo, che è in pari tempo fondatore del c. e oggetto di adorazione. Alcuni caratteri del c. (religione divinamente rivelata, dogmatica, missionaria, universalistica, soteriologica ed escatologica) permettono di...
cristianesimo (cristianesmo)
Il problema della visione dantesca della storia e della dottrina del c. non può essere ovviamente trattato se non in sede di ricostruzione complessiva della personalità di D. (v. in Appendice e, nel corso dell'opera,...