vigilia
vigìlia s. f. [dal lat. vigilia, propr. «il fatto di vegliare, vigilanza» e quindi «veglia», der. di vigil -ĭlis «vigile»]. – 1. a. letter. Veglia, notte trascorsa senza dormire, per studio, [...] (Dante, in un’invocazione alle Muse); il vigore del quale ... né i digiuni né le v. potevano macerare (Boccaccio); se ... A te fur care ); e in senso fig.: A questa tanto picciola vigilia D’i nostri sensi ch’è del rimanente Non vogliate negar ... ...
Leggi Tutto
incidenza
incidènza s. f. [dal lat. mediev. incidentia, der. di incĭdĕre: v. incidere1]. – 1. Il fatto di incidere, cioè di cadere sopra (per es., di un raggio luminoso, o di una retta che incontri un’altra [...] alla superficie su cui esso incide. b. In matematica, condizione di i., la condizione affinché due enti siano incidenti; in un complesso topologico, matrici d’i., matrici i cui elementi numerici indicano in qual modo certi elementi del complesso sono ...
Leggi Tutto
inclinazione
inclinazióne s. f. [dal lat. inclinatio -onis]. – 1. a. Il fatto di essere inclinato, di avere cioè una determinata pendenza rispetto a un piano verticale o orizzontale di riferimento; più [...] , rollio, ecc.) dovuti al moto ondoso; in aeronautica, l’angolo che l’asse longitudinale (angolo d’i. longitudinale) o l’asse trasversale (angolo d’i. laterale) di un velivolo forma col piano orizzontale; negli autoveicoli, l’angolo che l’asse della ...
Leggi Tutto
inclusione
incluṡióne s. f. [dal lat. inclusio -onis]. – 1. a. L’atto, il fatto di includere, cioè di inserire, di comprendere in una serie, in un tutto (spesso contrapp. a esclusione): i. di un nome [...] poi di sezionarlo al microtomo. c. Nella terminologia della retorica latina, sinon. di anadiplosi. d. Nella teoria degli insiemi e in logica matematica, relazione d’i. tra due insiemi, relazione in base alla quale uno dei due insiemi contiene l’altro ...
Leggi Tutto
ruscello
ruscèllo s. m. [lat. *ri(v)uscellus, dim. di rivus «rio, ruscello»]. – Piccolo corso d’acqua: sul fondo della valletta scorreva un r.; r. fresco, limpido, mormorante; letter. e raro, corso d’acqua [...] e riferito ad altri liquidi: ruscelli di lacrime, di sangue. ◆ Dim. ruscellétto (non com. ruscellino): Li ruscelletti che d’i verdi colli Del Casentin discendon giuso in Arno (Dante); fig., quasi prov., ruscelletto orgoglioso (Testi), di persona che ...
Leggi Tutto
divisivo
diviṡivo agg. [dal lat. tardo divisivus]. – Che divide: come una linea d., si allunga la sottile zona di sole (D’Annunzio). Nella logica formale, giudizî d., i giudizî composti, in cui il predicato [...] enuncia partitamente le varie classi in cui s’intende dividere il concetto del soggetto (per es.: «le forze armate possono essere terrestri, navali o aeree») ...
Leggi Tutto
incontro1
incóntro1 (ant. e poet. incóntra) avv. [lat. tardo incŏntra, comp. della prep. in e cŏntra «contro»]. – 1. Indica direzione di movimento, e più in partic. movimento verso persone che siano [...] darò, che molto Più vi varrà (Ariosto). 4. Nel linguaggio sport., e in partic. nel pugilato, colpire d’i., colpo d’i., azione e tattica del contendente che sferra il colpo contro l’avversario proprio nel momento in cui questo si scopre per attaccarlo ...
Leggi Tutto
difettivo
(ant. defettivo) agg. [dal lat. tardo defectivus, der. di deficĕre «mancare», part. pass. defectus]. – 1. Manchevole, imperfetto: O insensata cura de’ mortali, Quanto son difettivi silogismi [...] con paradigma incompleto, che hanno cioè solo alcuni tempi o alcune persone (per es. i verbi urgere, piovere, delinquere, ecc.); nomi d., i nomi che possiedono solo alcuni casi (per es. il lat. vis «forza») o uno solo dei due numeri (per es. fiele ...
Leggi Tutto
diffidente
diffidènte agg. [dal lat. diffidens -entis, part. pres. di diffidĕre «diffidare»]. – Che non si fida degli altri, sospettoso: è d. di tutti; per lo più usato assol.: persona, carattere d.; [...] i gatti sono d. di (o per) natura; e con riferimento a determinati casi: perché sei così diffidente? Anticam. ebbe anche sign. passivo, che non ispira fiducia, di cui si diffida. ...
Leggi Tutto
incrocio
incrócio s. m. [der. di incrociare]. – 1. a. L’incrociarsi di due cose: i. di due pali; più com., il punto, il luogo in cui due cose s’incrociano: all’i. delle due sbarre, dei due cavi, delle [...] quale uno dei due treni sosta in attesa del passaggio dell’altro. e. Nei motori a combustione interna, angolo d’i., l’intervallo di spostamento angolare della manovella durante il quale sono contemporaneamente aperte sia la valvola di aspirazione sia ...
Leggi Tutto
Cardinale (Ferrara 1479 - ivi 1520). Terzogenito di Ercole I duca di Ferrara e di Eleonora d'Aragona, fu destinato alla carriera ecclesiastica, nella quale raggiunse rapidamente le più alte cariche: a sette anni, infatti, era nominato arcivescovo...
Secondogenito (n. 1451 circa - m. Tours 1504) di Ferdinando I, dopo una lunga residenza in Francia, tornato in patria nel 1482, rifiutò la corona offertagli durante la Congiura dei baroni. Dopo la morte prematura del nipote Ferdinando II (1496)...