vincere
vìncere v. tr. [lat. vĭncĕre] (pres. io vinco, tu vinci, ecc.; pass. rem. vinsi, vincésti, ecc.; part. pass. vinto). – 1. a. Sopraffare l’avversario in armi, in guerra o in uno scontro qualsiasi, [...] coloro Che corrono a Verona il drappo verde Per la campagna; e parve di costoro Quelli che vince, non colui che perde (Dante). c. Nei giochi, raggiungere per primo il risultato a cui i varî giocatori tendono, secondo le norme del singolo gioco: è un ...
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verace
agg. [dal lat. verax -acis, der. di verus «vero» sul modello di fallax «fallace», mendax «mendace», ai quali si oppone]. – 1. Sinon. letter. di vero, in alcune delle accezioni di questo agg.: [...] : L’angel ... dinanzi a noi pareva sì verace Quivi intagliato in un atto soave, Che non sembiava imagine che tace (Dante), pareva reale, corporeo, non raffigurato in scultura; Chi erra torni alla v. strada (Poliziano); che è veramente tale quale dice ...
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tuba1
tuba1 s. f. [dal lat. tuba, voce d’incerta origine]. – 1. Presso gli antichi Greci e Romani, tromba di guerra: di bronzo, rettilinea, con l’estremità imbutiforme, veniva usata, oltre che in guerra, [...] in su la bianca nube (Ariosto). b. fig. Voce poetica, poesia: io la lascio a maggior bando Che quel de la mia tuba (Dante), lascio cantare la bellezza di Beatrice a voce poetica più potente della mia; in partic., la poesia epica: Non fu sì santo né ...
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certo1
cèrto1 agg., agg. e pron. indef., s. m. [lat. certus]. – 1. agg. Riferito a persona: a. Sicuro, fermamente persuaso: sono c. di quanto affermo; era certissimo di giungere in tempo; far c., rendere [...] certi Menicucci. 4. Come pron., al plur., taluni, certuni: eppure certi lo farebbero; Poi che nel viso a certi li occhi porsi (Dante). 5. Con valore di sost., ciò che è certo, sicuro: abbandonare il c. per l’incerto. 6. Nel linguaggio comm.: dare il ...
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fede
féde (poet. fé) s. f. [lat. fĭdes]. – 1. a. Credenza piena e fiduciosa che procede da intima convinzione o si fonda sull’autorità altrui più che su prove positive: avere f. in Dio, nella Provvidenza, [...] sono comprese nella Rivelazione (per es., l’esistenza di Dio): Fede è sustanza di cose sperate E argomento de le non parventi (Dante); avere, non avere f.; perdere la f.; riacquistare o ritrovare la f.; uomo di poca f. (anche fig., scherz., nel senso ...
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tardare
v. intr. e tr. [lat. tardare, der. di tardus «lento»]. – 1. intr. (aus. avere) a. Giungere in un luogo o fare qualche cosa oltre il limite di tempo che sarebbe necessario, conveniente, desiderabile; [...] parere tardi, di cosa che si attende con ansia e ancora non viene: Oh quanto tarda a me ch’altri qui giunga! (Dante); avrei dovuto accorgermi che all’ufficiale tardava di essere lasciato solo con la sua carta e i suoi uomini (Svevo); e assol., avere ...
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sparto1
sparto1 part. pass. di spargere e agg. – Forma ant. e letter. per il più com. sparso: grandine sembran le spesse saette Dal muro sopra gli nimici sparte (Ariosto); i rottami dell’antichità, che [...] giacevano sparuti, sparti e slogati (Vico). Nell’uso poet., è spesso riferito a foglie, fronde e capelli: raunai le fronde sparte (Dante); secco è il mirto, e son le foglie sparte Del lauro (Foscolo); sparte le chiome e senza velo Siede in terra ...
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tardo
agg. [lat. tardus]. – 1. Lento, che avviene, agisce o opera in un tempo piuttosto lungo, eccessivo: procedere, alzarsi, spostarsi con movimenti t.; Solo e pensoso i più deserti campi Vo mesurando [...] com. Che indugia, si attarda, tarda a venire: La luna, quasi a mezza notte tarda, Facea le stelle a noi parer più rade (Dante). 3. a. Avanzato, inoltrato nel tempo: rincasare, svegliarsi, alzarsi a ora t. o a t. ora; ci vedremo nel t. mattino, nel t ...
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presente1
preṡènte1 agg. e s. m. e f. [dal lat. praesens -entis, comp. di prae- «pre-» e ens entis part. pres. di esse «essere», con inserzione di -s- eufonica prob. per attrazione di absens «assente» [...] fare un’eccezione; E dentro a la p. margarita Luce la luce di Romeo (Dante); che è sotto gli occhi di chi parla, ascolta o legge: la p. p. cose Col falso lor piacer volser miei passi (Dante); sostantivato al plur., i presenti, le persone che vivono ...
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ira
s. f. [lat. īra]. – 1. Sentimento per lo più improvviso e violento, che, provocato dal comportamento di persone o da fatti, circostanze, avvenimenti, tende a sfogarsi con parole concitate, talvolta [...] che esige la punizione dell’offensore: Perché non dentro da la città roggia Sono ei puniti, se Dio li ha in ira? (Dante). Essere in i. a qualcuno, essere odiato, malvisto da lui, o averlo nemico, avverso, spec. in qualche frase fig.: essere in i ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...