punto2
punto2 s. m. [lat. pŭnctum, lat. tardo pŭnctus, der. di pŭngĕre «pungere»: propr. «puntura, forellino»]. – 1. a. Nel cucito e nel ricamo, l’atto del passare il filo attraverso la stoffa e ripassarlo [...] variamente determinato, di una generica o precisa progressione nel tempo: Tant’era pien di sonno a quel punto Che la verace via abbandonai (Dante); a quel p. s’udì un grido; a un certo p., mi sentii addosso una gran stanchezza; in p. di morte, negli ...
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maggio1
màggio1 agg. [lat. maior, maius, compar. di magnus «grande»]. – 1. Forma usata anticam. per maggiore: sì fatta pena, Che, s’altra è maggio, nulla è sì spiacente (Dante); quanto è maggio la pena [...] d’amore (Angiolieri); è invariabile, tranne che nel masch. plur.: Perché non li vedem minor né maggi (Dante). Si conserva in alcuni toponimi: Via Maggio, a Firenze; Serra Maggio, nell’Appennino umbro; Pianamaggio, in provincia di Lucca. 2. Più ...
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sconcio
scóncio agg. e s. m. [der. di sconciare]. – 1. agg. (pl. f. -ce, raro -cie) Brutto, ripugnante, che offende la vista o il senso estetico: uno s. animale; una s. costruzione; La vostra s. e fastidiosa [...] ; fare atti s.; dire parole s. e triviali; un libro, uno spettacolo s.; una storiella s. e di pessimo gusto; Dante in una corte ripulita e delicata ... non avrebbe adoprato tante rozze e sconce espressioni (Alfieri). Anticam., con senso più generico ...
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forbire
v. tr. [dal germ. furbjan] (io forbisco, tu forbisci, ecc.). – Nettare, pulire, spec. metalli, stoviglie, cristalli, ecc., conferendo loro lucentezza; anche, con senso più generico, pulire, tergere: [...] dal fiero pasto Quel peccator, forbendola a’ capelli Del capo ch’elli avea di retro guasto (Dante); forbirsi le lacrime. Nel rifl., e con uso fig.: Dai lor costumi fa che tu ti forbi (Dante). ◆ Part. pass. forbito, frequente come agg. (v. la voce). ...
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questi
quésti pron. dimostr. m. [lat. eccu(m) *ĭsti (forma di nomin. sing., per ĭste, modificato per analogia con qui; cfr. quegli)], letter. – Questa persona, la persona di cui si è appena parlato (per [...] de Velasco (Manzoni). Più raram. riferito ad animali o cose: Questi [il leone] parea che contra me venisse Con la test’alta (Dante); dall’una parte mi trae l’amore ... e d’altra mi trae giustissimo sdegno ...: quegli vuole che io ti perdoni e questi ...
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nullo
agg. e pron. [dal lat. nullus «nessuno», comp. della negazione ne e ullus «alcuno»]. – 1. agg. a. letter. Nessuno: N. bel salutar tra noi si tacque (Dante); e poi che nullo Vivente aspetto gli [...] : colpo, salto, servizio, tiro n., battuta n., non validi. 2. letter. Con funzione di pronome, nessuno, nessuna persona: a n. è noto (Dante); colui ... Che da tutti servito a nullo serve (Parini); ant. e raro al plur.: Or poi che o nulli o pochi ti ...
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esaltare
eṡaltare (ant. essaltare) v. tr. [dal lat. exaltare «innalzare», der. di altus «alto»]. – Sollevare in alto; com. solo in senso fig. nelle accezioni seguenti: 1. a. Innalzare a una suprema dignità: [...] e 18, 14). Come intr. pron., andar superbo: Mi fuor mostrati li spiriti magni, Che del vedere in me stesso m’essalto (Dante). 2. a. Rendere più intenso, più forte: la funzione, la pompa, il concorso, soprattutto la predica del cardinale avevano, come ...
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veramente
veraménte avv. [der. dell’agg. vero]. – 1. a. Con verità, in modo conforme a verità, realmente: pare che le cose stiano v. così; è v. ammalato (volendo significare che non è una finzione, o [...] limitativo e avversativo (simile a ma, però, tuttavia, nondimeno): Veramente a così alto sospetto Non ti fermar, se quella nol ti dice ... (Dante); queste, v., sono scuse!; v. non c’era bisogno di fare tanto chiasso; io, v., non gliel’ho mai detto; o ...
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forcata
s. f. [der. di forca]. – 1. a. Colpo di forca (attrezzo agricolo): dare, ricevere una f.; colpire con una forcata. b. Quantità di paglia, fieno, ecc. che si solleva in una sola volta con la forca: [...] . 2. non com. L’inforcatura del corpo umano: puro argento son le braccia e ’l petto, Poi è di rame infino a la forcata (Dante). ◆ Dim. forcatèlla, nel sign. 1 b: Maggiore aperta molte volte impruna Con una forcatella di sue spine L’uom de la villa ...
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minore
minóre agg. [lat. minor -ōris, che funge da compar. di parvus «piccolo»; cfr. meno e minimo] (al sing. masch. e femm., se premesso al sost., e in usi poetici anche al plur., o posposto al sost., [...] esplicitamente; opere m., di uno scrittore o di un artista, le meno significative rispetto al suo capolavoro: le opere m. di Dante, di Ariosto, di Tasso (e, per metonimia, posposto al nome dello scrittore o dell’artista, indica l’insieme delle opere ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...