revocare
(ant. o raro rivocare, non più usato nelle forme rizotoniche) v. tr. [dal lat. revŏcare, comp. di re- e vocare «chiamare»] (io rèvoco [ant. revòco o rivòco], tu rèvochi, ecc.). – 1. ant. o letter. [...] ); Rivocando nel cor l’usato ardire (Ariosto); di persona, richiamarla alla virtù: in sogno e altrimenti Lo rivocai (Dante); r. in dubbio, in forse, mettere in dubbio: oserei r. in dubbio la tua affermazione. 2. Dichiarare non più valida e operante ...
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mai
avv. [lat. magis «più»; v. ma’2 e ma1]. – 1. Nell’uso ant., con sign. vicino a quello etimologico, e di solito in unione o in corrispondenza con un non, equivale a «più»: Pensa che questo dì mai [...] non raggiorna! (Dante); Sparve il palagio, e mai non fo veduto (Boiardo); v. anche ma’2. 2. a. Nell’uso moderno, in frasi vale anche nel passato o nel futuro: Nulla speranza li conforta mai (Dante); non ho mai visto una cosa simile; non sarà mai (non ...
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meraviglia
meravìglia (tosc. o letter. maravìglia) s. f. [lat. mīrabĭlia, propr. «cose meravigliose» (pl. neutro dell’agg. mīrabĭlis «mirabile, meraviglioso»), con alterazione della quantità e del timbro [...] della sua poetica. c. L’espressione della meraviglia, le parole o gli atti con cui si manifesta: Di maraviglia, credo, mi dipinsi (Dante); per lo più al plur.: faceva le m. come se non ne avesse mai sentito parlare; è una cosa normalissima e non ...
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meraviglioso
meraviglióso (tosc. o letter. maraviglióso) agg. [der. di meraviglia, maraviglia]. – 1. a. Che suscita meraviglia, e spesso anche un senso di stupore, per le sue qualità, per i modi in cui [...] (Machiavelli); anche, spaventoso: vidi per quell’aere grosso e scuro Venir notando una figura in suso, Maravigliosa ad ogne cor sicuro (Dante). 2. Sostantivato con valore neutro, ciò che suscita meraviglia: in questo sta il m.; il m. è nel fatto che ...
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tuonare
(meno com. o pop. tonare) v. intr. [lat. tŏnare, di origine onomatopeica, cui corrispondono forme affini in altre lingue indoeuropee] (io tuòno, ecc.; il dittongo mobile è sempre più raro, e [...] L’ira del ciel, quando ’l gran Gïove tona (Petrarca); con accezione più partic.: Da quella regïon che più sù tona (Dante), la parte più alta dell’atmosfera dove si formano i tuoni. 2. estens. Scoppiare con fragore, rimbombare: il cannone continuava a ...
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vero
véro agg. e s. m. [lat. vērus, e sostantivato vērum, neutro]. – 1. agg. a. Che è realmente ciò che dice il suo nome (contrapp. ora a falso, ora a presunto o immaginario): Cristo, v. Dio e v. uomo; [...] del v.; per amore del v.; in omaggio al v.; s’io al vero son timido amico, Temo di perder viver tra coloro ... (Dante); All’apparir del vero, Tu, misera, cadesti (Leopardi); in senso assol., il sommo V., il supremo V., Dio. Come sinon. di verità, è ...
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viro
s. m. [dal lat. vir viri], poet. – Latinismo raro per uomo: turbe … D’infanti e di femmine e di viri (Dante); O luce etterna del gran viro A cui Nostro Segnor lasciò le chiavi (Dante, riferendosi [...] a s. Pietro) ...
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merce
mercé (ant. merzé) s. f. [troncamento di mercede]. – 1. Nella lingua ant., lo stesso che mercede, nel senso di ricompensa, premio: Non fia sanza mercé la tua parola (Dante); anche, più raram., [...] prepositiva, m. di qualcuno, in grazia a lui, per bontà sua: m. di colei Ch’a l’alto volo ti vestì le piume (Dante); e similmente nelle espressioni assolute m. sua o la sua m., e analoghe: voi, la vostra m. [= per grazia vostra, gentilmente], avete ...
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accorgersi
accòrgersi v. intr. pron. [lat. *accorrĭgĕre, comp. di ad- e corrĭgĕre «correggere»] (io mi accòrgo, tu ti accòrgi, ecc.; pass. rem. m’accòrsi, t’accorgésti, ecc.; part. pass. accòrto). – [...] accorse di essere inseguito; talora senza la particella pron.: siete voi accorti Che quel di retro move ciò ch’el tocca? (Dante). 2. Come s. m. (letter.), nella forma accorgere, indica il fatto o la capacità di intendere qualche cosa o di acquistarne ...
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offendere
offèndere v. tr. [lat. offĕndĕre, propr. «urtare contro», comp. di ob- e -fendĕre «urtare, colpire» (cfr. difendere)] (pass. rem. offési, offendésti, ecc.; part. pass. offéso, ant. offènso). [...] . In senso anche più ampio, e più astratto: oh creature sciocche, Quanta ignoranza è quella che v’offende! (Dante), da quanta ignoranza siete dannosamente affetti. b. Nell’uso com., pronunciare parole, compiere atti, tenere comportamenti lesivi della ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...