cogliere
cògliere (pop. e poet. còrre) v. tr. [lat. collĭgĕre] (io còlgo, tu cògli, ecc.; pass. rem. còlsi, cogliésti, ecc.; fut. coglierò, pop. e poet. corrò; part. pass. còlto). – 1. Spiccare, staccare, [...] , una rosa; c. un frutto, l’uva (ma fig., scherz., c. l’uva, coglionare); coglier fichi; colsi un ramicel da un gran pruno (Dante); prov., cogli la rosa e lascia star la spina, come invito a prendere il buono e lasciare il cattivo; letter., c. il più ...
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tuttavia
tuttavìa avv. e cong. [comp. di tutta e via2]. – 1. avv., ant. o letter. Continuamente, sempre, per indicare lo svolgersi di qualche fatto senza interruzione: essendo il freddo grande e nevicando [...] una condizione, nel presente o nel passato: Non lasciavam l’andar perch’ei dicessi, Ma passavam la selva t. (Dante), ma seguitavamo il cammino attraverso la selva (di spiriti); posto che molti, da volenteroso ardire spronati, tentato lo abbiano più ...
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gettare
(ant. e poet. gittare) v. tr. [lat. *iectare, lat. class. iactare, intens. di iacĕre «gettare»] (io gètto, ecc.). – 1. a. Lanciare con la mano e con una certa forza nello spazio o verso un punto [...] ponti provvisorî per il passaggio delle truppe); g. l’ombra, farla, produrla: E vedi omai che ’l poggio l’ombra getta (Dante). d. Spingere o sbattere con violenza: la nave è stata gettata dalle onde contro gli scogli; g. a terra qualcuno, spingerlo ...
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male1
male1 avv. [lat. male, avv., der. di malus «cattivo»] (in posizione proclitica si tronca comunem. in mal). – 1. a. In modo non buono, non retto, non giusto; in modo non conveniente, non opportuno, [...] più; finir m., avere esito cattivo, e riferito a persona, fare una brutta fine: E non pò mal finir chi l’ha parlato (Dante), chi ha parlato con lei non può morire in peccato; parlar m., esprimersi in modo scorretto, dire cose non giuste; parlar m. di ...
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mo
‹mò›, region. ‹mó› (o mo’) avv. [lat. mŏdo, con gli stessi sign.] (radd. sint.), ant. o region. – Ora, adesso, o poco fa: questi spirti che mo t’appariro (Dante). Anche preceduto da pure (pur mo, [...] or ora, allora allora), o dalla prep. da (da mo innanzi): Verdi come fogliette pur mo nate Erano in veste (Dante). Oggi la parola è viva nelle regioni centro-merid., sempre con pronuncia chiusa e anteposta: mo tu esageri; mo che facciamo?; mo l’ho ...
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tondo
tóndo agg. e s. m. [da rotondo, ritondo]. – 1. agg. a. Di forma circolare, cilindrica, sferica, o tendente a tale forma; è quindi lo stesso che rotondo, ma più pop., e può esprimere minore regolarità [...] circonferenza: disegnare, tracciare un t.; E vedräi il tuo credere e ’l mio dire Nel vero farsi come centro in tondo (Dante). Con sign. più particolari: a. Piatto, vassoio (oggi con questa accezione è poco com.): Fumavano le calde erbe da presso, Nel ...
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mobile1
mòbile1 agg. [dal lat. mobĭlis, der. di movēre «muovere»]. – 1. a. Che può essere mosso, spostato, rimosso; si contrappone, oltreché a immobile, a fisso, stabile, e si dice di tutto ciò che si [...] ai quali trasmette il moto e, insieme con il moto, la capacità d’influire sul mondo sublunare; secondo la dottrina enunciata da Dante nel Convivio, il primo mobile ha come suo ‘luogo’ l’Empireo, è cioè contenuto in esso: e mentre l’Empireo (‘cielo ...
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veste
vèste (ant. o pop. vèsta) s. f. [lat. vĕstis]. – 1. Indumento, o complesso di indumenti, che ricopre una persona, soprattutto esteriormente (è sinon. di abito e, talora, di vestito, rispetto ai [...] l’anima immortale: non ti fu per lei amara In Utica la morte, ove lasciasti La vesta ch’al gran dì sarà sì chiara (Dante); A pie’ de’ colli ove la bella vesta Prese de le terrene membra pria La donna (Petrarca); Né sì leggiadra né sì bella veste ...
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detto
détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; [...] Frase, affermazione, discorso: O non m’è ’l d. tuo ben manifesto? (Dante). d. Motto, sentenza: un antico d.; secondo il d. popolare; d. a imitazione del Roman de la Rose, attribuito a Dante; il «Detto del Gatto Lupesco», operetta d’ignoto giullare ...
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radice
s. f. [lat. radix -īcis]. – 1. a. In botanica, uno dei tre organi caratteristici delle cormofite, che manca in generale di clorofilla e, a differenza del fusto, non porta le foglie: si forma nell’embrione [...] cui è fatto talora un esplicito riferimento analogico: O fronda mia in che io compiacemmi Pur aspettando, io fui la tua r. (Dante), parole di Cacciaguida, trisavolo del poeta. 3. Locuz. più com., in senso proprio e fig.: mettere radice o radici, o le ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...