lupa
s. f. [lat. lŭpa]. – 1. a. La femmina del lupo. L. capitolina, la lupa che, secondo la tradizione, avrebbe allattato Romolo e Remo, assunta a emblema e simbolo della città di Roma, di solito raffigurata [...] più che tutte l’altre bestie hai preda Per la tua fame sanza fine cupa! (Dante). Da un’altra interpretazione dell’allegoria dantesca, per cui la lupa sarebbe simbolo della curia romana, deriva l’uso polemico che talvolta s’è fatto della parola con ...
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sale
s. m. [lat. sal salis «sale» (e anche «mare») e, in senso fig., «arguzia»: voce di origine indoeur., affine al gr. ἅλς ἁλός che ebbe gli stessi sign.]. – 1. In chimica, composto derivante da un [...] moglie di Lot; sapere di s., letter., essere spiacevole al palato, e quindi all’animo (l’espressione è soprattutto nota per il passo dantesco Tu proverai sì come sa di sale Lo pane altrui, e come è duro calle Lo scendere e ’l salir per l’altrui scale ...
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lussurioso
lussurióso agg. [dal lat. luxuriosus]. – 1. a. Che ha il vizio della lussuria, che è dominato dalla lussuria: uomo l., donna l.; anche sost., un l., una l.; in partic., i l., i peccatori carnali [...] dell’Inferno e del Purgatorio dantesco (collocati rispettivam. nel 2° cerchio e nel 7° girone). b. Pieno di lussuria, caratterizzato da lussuria: sguardi, pensieri l.; vita l., trascorsa nella lussuria, abbandonandosi con intemperanza e viziosamente ...
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ortolano
s. m. e agg. [dal lat. tardo hortulanus, agg. (nel sign. 2) e s. m. (nel sign. 1)]. – 1. s. m. (f. -a) Chi coltiva un orto; chi vende ortaggi: fare l’o.; la bottega dell’ortolano. Per un uso [...] fig. dantesco della parola, v. in fondo alla voce orto1. 2. agg., pop. raro. Che cresce nell’orto, che si coltiva negli orti: fave ortolane. 3. s. m. Uccello passeriforme della famiglia emberizidi (Emberiza hortulana), di colore grigio fulvo- ...
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lutto
s. m. [lat. lūctus -us, der. del tema di lugere «piangere, essere in lutto»]. – 1. a. Sentimento di profondo dolore che si prova per la morte di persona cara, soprattutto di un parente, o in genere [...] maladetto, ti rimani (Dante); calende et idi Vi stette, fin che volse in riso il l. (Ariosto, con reminiscenza del verso dantesco Che ’ lieti onor tornaro in tristi l.). Manifestazione di dolore: E fra tanti sospiri e tanti lutti Tacita, e sola lieta ...
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mietere
miètere v. tr. [lat. mĕtĕre] (io mièto, ecc.; il dittongo -ie- si conserva anche fuor d’accento: mietiamo, mieteva, mietuto, ecc.). – 1. Segare i cereali maturi, a mano con la falce, oppure con [...] mia semente cotal paglia mieto (Dante), del mio peccato d’invidia colgo questo frutto, cioè la pena del purgatorio. Il verso dantesco è reminiscenza biblica (cfr. s. Paolo, Lett. ai Galati 6, 8 «quae enim seminaverit homo, haec et metet»; e Prov. 22 ...
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velame
s. m. [dal lat. velamen (-mĭnis), der. di velare «velare2»], letter. – Ciò che serve a velare o coprire, velo. In senso fig. (anche per influenza di un noto passo dantesco, v. sotto il velame): [...] ma ora, che escusazione si potrebbe pretendere? con che velame si potrebbe ricoprire la ignominia nostra? (Guicciardini) ...
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sodomita
(ant. soddomita e sodomito o soddomito) s. m. [dal lat. mediev. sodomita (v. la voce prec.)] (pl. -i). – Chi è dedito alla sodomia, chi pratica la sodomia. ◆ Nell’Inferno dantesco i sodomiti [...] sono assegnati al terzo girone del VII cerchio, e la loro pena consiste nel dover camminare continuamente sul sabbione sotto una pioggia di fuoco ...
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tornare
v. intr. e tr. [lat. tornare «lavorare al tornio, far girare sul tornio», der. di tornus «tornio»] (io tórno, ecc.). – 1. intr. (aus. essere) Avviarsi, essere diretti al luogo da cui si era partiti [...] ufficio, a scuola, dopo un’assenza o un’interruzione o una vacanza; Tornate a riveder li vostri liti, noto verso dantesco (Par. II, 4), adoperato talora per invitare qualcuno a ritornarsene al luogo di provenienza. Specificando il luogo o l’attività ...
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conio2
cònio2 s. m. [lat. cŭneus; cfr. cuneo]. – 1. Cuneo per spaccare legna. Anticam., sinon. di cuneo anche nel sign. architettonico e militare. 2. a. Utensile per la lavorazione plastica dei metalli, [...] , tutti dello stesso conio. f. Con senso chiaramente dispregiativo, ma sulla cui interpretazione i commentatori sono in disaccordo, nel verso dantesco qui non son femmine da conio (Inf. XVIII, 66), per lo più intesa come «non vi sono femmine da ...
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Giornale Dantesco
Steno Vazzana
Dantesco Rivista nata dalla soppressione de " L'Alighieri " (v.), nel 1893. Diretta dapprima da G.L. Passerini (1893-1915), poi, dopo l'interruzione della guerra e del " Nuovo giornale dantesco ", dal Pietrobono...