illazione
illazióne s. f. [dal lat. illatio -onis, der. di illatus, part. pass. di inferre «inferire»]. – L’inferire argomentando, il processo mentale con cui da una premessa si trae una conseguenza [...] logica: ragionare per i., per successive illazioni. Più com., il giudizio stesso che s’inferisce per deduzione; congettura (e nell’uso com. s’intende per lo più, con connotazione negativa, una congettura indebita, non giustificata): trarre un’i.; la ...
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illegittimo
illegìttimo agg. [dal lat. illegitĭmus, comp. di in-2 e legitĭmus «legittimo»]. – 1. Che non ha le qualità o le condizioni richieste dalla legge (o da determinate norme) per essere riconosciuto [...] al giusto o alla ragione o alla logica: una pretesa i.; supposizione i., non giustificata dallo stato dei fatti; deduzione i., non richiesta dalla premessa o dalle premesse. 3. In botanica, detto dell’impollinazione e conseguente fecondazione, quando ...
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induzione
induzióne s. f. [dal lat. inductio -onis, der. di inducĕre «indurre», part. pass. inductus; nelle accezioni scient. dei nn. 3 e 4, dal fr. induction e ingl. induction]. – 1. non com. L’atto [...] un fenomeno: i. di un consumo, di un’inflazione (v. indótto). 2. a. Procedimento logico, opposto a quello della deduzione, per cui dall’osservazione di casi particolari si sale ad affermazioni universali (o, nella statistica, alla formulazione delle ...
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dunque
dùnque cong. e s. m. [lat. tardo dunc, prob. incrocio di dumque con tunc]. – 1. cong. Serve in genere a concludere un ragionamento: ponendo d. termine a questa discussione ...; a trarre una conseguenza [...] o una deduzione: ha sbagliato, d. paghi; mi scrive dalla Germania, d. è tornato a lavorare lì; a riprendere un discorso: dicevo d. che ...; a esortare: suvvia, d., fatti coraggio; Va d., e fa che tu costui ricinghe D’un giunco schietto (Dante); a ...
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dedurre
v. tr. [dal lat. deducĕre, comp. di de- e ducĕre «trarre», rifatto secondo i verbi in -durre (condurre, ecc.)] (coniug. come condurre). – 1. ant. Condurre da luogo a luogo, e più propr. dall’alto [...] ; D. dalle buccine profonde La melodia (D’Annunzio). 3. Ricavare da una verità generale una particolare (v. deduzione); per estens., concludere, argomentare, desumere: che cosa deducete da questi fatti?; dalla concordanza dei testimoni si deduce la ...
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sostanza
(ant. sustanza e sustànzia) s. f. [dal lat. substantia «essenza, realtà; mezzi di sussistenza», der. di substare «stare sotto», sul modello del gr. ὑπόστασις]. – 1. a. Termine che, fin dalle [...] E patria ... (Foscolo, alludendo agli stranieri che invasero l’Italia). Anticam., in Firenze, la ricchezza censita al catasto senza deduzione delle annualità passive; talora ebbe anche il sign. di riserva: per es., fondo di sostanza del Banco di San ...
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riprova
ripròva s. f. [der. di riprovare1]. – 1. a. La stessa prova ripetuta per confermare il risultato della prima volta: occorrerà una r. dell’esperimento; si convinse della sua ipotesi solo dopo [...] dalla controparte, la cui ammissibilità è condizionata all’indicazione, nella prima comparsa di risposta, delle persone che la parte intende far interrogare, e alla deduzione in articoli separati dei fatti sui quali esse devono essere interrogate. ...
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epistematico
epistemàtico agg. [der. del gr. ἐπιστήμη «conoscenza filosofica o scientifica»] (pl. m. -ci). – Procedimento e., espressione usata talvolta in filosofia per designare la deduzione, in antitesi [...] a procedimento epagogico, cioè al procedimento induttivo; quindi, scienza e., quella che procede per deduzioni, in antitesi alla scienza sperimentale o induttiva. ...
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nomologico
nomològico agg. [der. di nomologia] (pl. m. -ci). – In filosofia della scienza, che ha forma di legge, relativo a leggi: enunciato, generalizzazione n.; il sapere n. delle scienze naturali. [...] -deduttivo, nell’epistemologia neopositivistica, forma di spiegazione a cui si conformerebbero le spiegazioni scientifiche; consiste nella deduzione logica, da leggi universali e asserzioni singolari, dell’enunciato descrivente l’evento da spiegare. ...
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beneficio
benefìcio (non com. benefìzio) s. m. [dal lat. beneficium, comp. di bene «bene1» e tema di facĕre «fare» (cfr. -ficio)]. – 1. Qualsiasi atto o concessione con cui si fa del bene ad altra persona [...] (v. sostentamento). 4. ant. Esenzione o riduzione di tributi, e in partic. di gabelle o dazî: b. delle tare, la deduzione del peso lordo (recipienti, involucri), al fine dell’accertamento del dazio; b. del transito, riduzione di imposta per le merci ...
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Filosofia
Rapporto per il quale una conclusione deriva da una o più premesse. Nella storia della filosofia si distinguono tre principali interpretazioni di tale rapporto. Secondo la prima, esso è fondato sull’essenza necessaria o sostanza degli...
deduzione
Sottrazione di un determinato importo dal reddito complessivo, allo scopo di ridurre la base imponibile (➔) ai fini dell’imposizione diretta. Attraverso tale meccanismo il contribuente abbassa il proprio onere tributario, poiché...