alfine
(ant. al fine) avv. – Alla fine: E legno vidi già dritto e veloce Correr lo mar per tutto suo cammino, Perire al fine a l’intrar de la foce (Dante); dopo qualche tempo, la povera Lucia cominciò [...] sua terribile situazione (Manzoni); l’abete ..., Nitida bara, chiuda al fin li oscuri Del mio pensier tumulti e il van desio (Carducci); finalmente: dopo lunga assenza, a. tornò. In quest’avverbio, fine conserva il genere masch. che ebbe anticam. nel ...
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elitropio
elitròpio s. m. – Altra variante ant. e letter. di eliotropio, il minerale e soprattutto la pianta: girasole, ovvero fior del sole peruano, o e. peruano maggiore (Redi). Nel linguaggio letter., [...] anche sinon. di girasole: con quel desìo Ond’e. s’accompagna al sole (Carducci); come l’elitropio Al sol, volgeasi al suono la soave Donna (D’Annunzio). ...
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spignere
spìgnere v. tr. – Variante ant. o region. di spingere: Ma perch’ell’oda e pensi Tornare, il mal costume oltre la spigne (Petrarca); desìo lo spigne L’arti a seguir de le innocenti Muse (Parini). ...
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contento2
contènto2 s. m. [der. di contentare], letter. – Contentezza, soddisfazione intima: mostrare il proprio c.; provare un gran c.; male misto a poche stille di contento (Beccaria); scorgendogli [...] in volto come un grave c. (Manzoni); nel primo giovanil tumulto Di contenti, d’angosce e di desio, Morte chiamai più volte (Leopardi). ◆ Dim. contentino, con accezione partic. (v. la voce). ...
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mero
mèro agg. [dal lat. merus], letter. – 1. a. Puro, schietto: Come raggio di sole in acqua mera (Dante). Propr., non mescolato con altre sostanze, e si diceva presso i Romani soprattutto del vino [...] è un di più, un m. di più (Manzoni); fantasmi, intendo, Son la gloria e l’onor; diletti e beni Mero desio (Leopardi), nient’altro che irrealizzabile desiderio. Non com. riferito a persona, con senso limitativo: è un m. letterato, un m. grammatico ...
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asse1
asse1 s. f. [lat. assis] (pl. assi, volg. tosc. asse). – Sezione longitudinale, di poco spessore, d’un tronco d’albero, tavola: l’a. per il pane; a. da stiro, tavola lunga circa 140 cm, imbottita [...] essere chiuso fra quattro a., nella bara: Ma più onoro l’abete: ei fra quattr’assi, Nitida bara, chiuda al fin li oscuri Del mio pensier tumulti e il van desio (Carducci). ◆ Dim. assicèlla (v.), assicina, asserèlla (v.); accr. assóne m. (v. assone1). ...
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volgere
vòlgere v. tr. e intr. [lat. vŏlvĕre] (io vòlgo, tu vòlgi, ecc.; pass. rem. vòlsi, volgésti, ecc.; part. pass. vòlto). – 1. tr. a. Piegare, indirizzare verso un luogo o un punto determinato; [...] mi ha volto le spalle senza rispondermi, quel villano; anche in senso fig.: v. le spalle alla fortuna; Per farvi al bel desio volger le spalle (Petrarca); v. il passo (o i passi), dirigersi, incamminarsi, e quindi v. il cammino verso un luogo; v. la ...
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cuore
cuòre (pop. e poet. còre) s. m. [lat. cŏr]. – 1. a. Organo muscolare, cavo, che costituisce il centro motore dell’apparato circolatorio, situato, nell’uomo, tra i due polmoni, sopra al diaframma, [...] . che si usa ripetere soprattutto a proposito di avventure e relazioni extraconiugali, o sim.); Era già l’ora che volge il desio Ai navicanti e ’ntenerisce il core (Dante). b. L’intimità stessa del pensiero e del sentimento: aprire il c.; parlare col ...
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obietto
obiètto (o obbiètto) s. m. [dal lat. mediev. obiectum: v. oggetto], letter. – Variante di oggetto, abbastanza com. nel passato, soprattutto nel linguaggio poet. e filos. (e per lo più con i sign. [...] a loro (Berni, scherzosamente di donna strabica); l’obbietto e l’intento della vita nostra, non pure essenziale ma unico, è il piacere (Leopardi); Oh, se per nuovo obietto Un dì t’affanna giovenil desìo, Ti risovvenga del materno affetto! (Giusti). ...
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tacere
tacére v. intr. e tr. [lat. tacēre] (pres. tàccio, taci, tace, tacciamo, tacéte, tàcciono; pres. cong. tàccia, ecc.; pass. rem. tàcqui [ant. tacètti], tacésti, ecc.; part. pass. taciuto). – 1. [...] essere rafforzato con la particella pron.: E, quasi contentato, si tacette (Dante); ond’ei si tacque, Veggendo in voi finir vostro desio (Petrarca). 2. intr. (aus. avere), estens. e fig. a. Riferito a voci di animali, a suoni e rumori di strumenti e ...
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Piccola città nella popolosa, industre e fertile pianura che si stende a N. di Milano fra il Lambro e il Seveso e che lentamente va elevandosi verso le prime colline della Brianza. La città conta 9957 ab.; il suo comune 11.484, in gran parte...